lunedì 3 settembre 2012

La rivoluzione Francese - Gli immortali principi dell'89


Riporto i passi di un articolo relativo alla rivoluzione francese, che vi invito a leggere completamente, è davvero molto interessante e aiuta a capire anche il mondo di oggi.


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La Rivoluzione francese è indubbiamente l’avvenimento storico che più di ogni altro si presta a esemplificare le dinamiche della sovversione. Col 1789 finisce un mondo fondato sulla gerarchia e comincia un mondo ispirato ai disvalori egualitari che hanno portato l’Occidente a sprofondare nel baratro della società multicriminale.
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I testi sulla figura di Luigi XVI sono tra i più interessanti. L’ultimo sole di Versailles venne dipinto dai rivoluzionari come un mostro autoritario e dispotico, ma in realtà il re aveva un carattere estremamente mite e quasi arrendevole (un tratto, questo, che lo accomuna a Nicola II, l’ultimo zar). L’operato di Luigi XVI non è diverso da quello di altri monarchi illuminati del tempo: impulso agli studi scientifici, concessione della libertà religiosa a ebrei e protestanti, sviluppo della marina militare e mercantile…
Ma per i rivoluzionari era importante colpire l’istituzione monarchica e dare l’esempio a future rivoluzioni. Nel processo-farsa celebrato contro il monarca l’accusa si scatenava in insulti che sfioravano il grottesco: tigre, coccodrillo, rinoceronte…
Alcuni giacobini enunciavano il concetto che uccidere un re non è reato: slogan simili hanno avuto grande fortuna anche in circostanze più vicine a noi!
Robespierre definì Luigi XVI un “criminale contro l’umanità” aprendo la strada a concetti che troveranno applicazione in procedure giuridiche inverosimili: dal processo di Norimberga a quello contro Saddam Hussein.
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La cultura illuminista, che si era affermata in nome della tolleranza, non appena giunta al potere getta la maschera cominciando la persecuzione antireligiosa. Comincia quindi l’epoca delle battaglie laiciste che pretendono di cancellare il sentimento religioso non solo dalla vita pubblica ma anche da quella privata, al grido di “nessuna tolleranza con gli intolleranti”, altro slogan che gode di grande fortuna ancora oggi. Nel periodo del Terrore circa 8000 religiosi vennero giustiziati.
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Nel campo legislativo i rivoluzionari volevano attuare le utopie illuministe: si pensava di poter arrivare alla massima semplificazione del diritto in modo da permettere a tutti di fare a meno degli avvocati! In realtà fin dall’inizio il governo rivoluzionario si caratterizza per una assurda proliferazione di leggi: le democrazie moderne sotto quest’aspetto sono davvero le degne eredi della Rivoluzione…
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Un campo in cui i rivoluzionari si impegnarono particolarmente era quello del diritto di famiglia. Nelle legislazioni dell’Ancien Régime la figura del padre di famiglia corrispondeva a quella del sovrano nella nazione, per cui preoccupazione eminente dei rivoluzionari era l’abbattimento dell’autorità patriarcale, l’introduzione del divorzio, l’allentamento dei vincoli famigliari. Si cominciava a parlare di femminismo e di “educazione collettiva”: la società contemporanea ha portato a termine quest’opera di dissoluzione della famiglia naturale in un modo che non poteva essere più completo!
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Stéphane Courtois, lo storico che ha coordinato il lavoro per la pubblicazione de Il libro nero del comunismo, evidenzia le similitudini fra la Rivoluzione francese e la Rivoluzione russa. Il parallelismo dei due fenomeni è evidente, e gli stessi rivoluzionari russi prendono a modello Robespierre: in effetti il comunismo non ha fatto altro che amplificare ed elevare all’ennesima potenza la prassi operativa del Terrore.
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Michaël Bar Zvi tratta del rapporto fra ebrei e Rivoluzione francese. Questo breve saggio è decisamente spiazzante, poiché Bar Zvi ritiene che l’emancipazione ebraica abbia…esposto gli ebrei a ulteriori discriminazioni! In realtà l’effetto forse più gravido di conseguenze del 1789 è proprio l’abolizione delle interdizioni giudaiche che ha permesso agli ebrei un’irresistibile ascesa ai vertici della scala sociale, anche se è verosimile pensare che all’epoca i piani sionisti fossero confinati a una ristretta cerchia di rabbini. Nell’Assemblea Nazionale del 1789 si enunciò il principio per cui occorreva riconoscere tutto agli ebrei in quanto individui e nulla in quanto comunità religiosa. Il principio sul piano giuridico non fa una grinza, ma gli ebrei continuarono ad avere un atteggiamento settario, al punto che lo stesso Napoleone dovrà tornare sui passi rivoluzionari rimettendo in vigore alcune restrizioni nei confronti della comunità ebraica. Le tesi di Bar Zvi sono mutuate da quelle della filosofessa ebrea Hanna Arendt, che riteneva inaccettabile che gli ebrei rinunciassero allo statuto di “popolo eletto” sottoponendosi all’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Alla luce di quanto è avvenuto negli ultimi due secoli, si deve constatare che la lobby ebraica deve tutto ai principi egualitari dell’89. Più interessante sarebbe piuttosto approfondire la storia della famiglia ebraica Rothschild, che proprio nel periodo delle guerre napoleoniche incrementa immensamente le sue fortune economiche finanziando gli opposti schieramenti e mantenendo uno stato di perenne conflittualità fra le nazioni d’Europa.
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Una figura da tener presente è quella dello storico Augustin Cochin (1875-1916) che ha dedicato la sua attività di ricerca al ruolo della Massoneria nella Rivoluzione francese. Questo originale studioso ha messo in luce le assurde imposture della cultura “democratica”, che elabora nel segreto delle logge le parole d’ordine che vengono poi divulgate come espressione della “volontà generale”. Il XXI secolo ha portato alle estreme conseguenze queste strategie di comunicazione col risultato di una totale alienazione degli individui dalla sfera della politica.
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Queste pagine che testimoniano della inaudita violenza rivoluzionaria dovrebbero sempre essere richiamate alla memoria quando la classe dirigente democratica esibisce la sconcia retorica delle “pari opportunità”. Il mondo moderno, nato dalla Rivoluzione dell’89, è ancora oggi in larga parte influenzato dalla prassi rivoluzionaria. La lunga ombra del Terrore arriva fino a noi, con i diktat paranoici della correttezza politica, che si ispirano ai “certificati di civismo” istituiti dal governo rivoluzionario, con la “legge dei sospetti” di Robespierre che si prolunga nei moderni reati d’opinione: razzismo, antisemitismo, revisionismo, sessismo, omofobia

L’appiattimento della personalità prefigurato dall’illuminismo è stato pienamente attuato dalla società di massa contemporanea, e la distruzione delle caste naturali ha lasciato il campo a caste artificiali i cui privilegi non sono giustificati da alcuna funzione sociale.

L’Europa è avviata a un processo di putrefazione multietnica forse irreversibile. Verosimilmente fra qualche decennio i musulmani saranno una larga maggioranza in Europa, quindi i “valori laici” della Rivoluzione andranno letteralmente…a farsi benedire!
Se poi l’Europa dovesse vivere un sussulto di orgoglio identitario che risvegli le coscienze assopite dei suoi popoli, allora le istanze egualitarie del 1789 saranno il nemico pubblico numero uno in sistemi politici basati sulla gerarchia. Pare insomma che non ci sia alcun futuro per i sacri principi dell’89, che alla prova della storia mostrano di essere stati la condanna a morte della civiltà europea.
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