lunedì 20 agosto 2012

L’organizzazione segreta che controlla il Vaticano (e non solo)


- di Daniele Di Luciano -

A marzo del 2011 è uscito il libro di Papa Benedetto XVIGesù di Nazaret. Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione“.
Come evidenziato in questo articolo di Repubblica, il Papa, nel volume, reinterpreta tre vangeli giungendo alla conclusione che “gli ebrei non condannarono Gesù”.
A prescindere dalle motivazioni apportate, la notizia mi apparve bizzarra per un motivo semplicissimo: reinterpretare degli scritti dopo 2000 anni significa, tra le righe, affermare che tutti coloro che hanno letto in precedenza tali scritti, non ne abbiano capito il senso. Se poi, ad essere reinterpretati, sono i vangeli, ovvero i libri più letti e studiati di sempre, la notizia diventa ancora più particolare. Può essere – mi chiedevo – che prima di Ratzinger nessuno si fosse mai accorto del fraintendimento?? Ma la mia domanda rimase senza risposta e presto mi dimenticai della questione.
Fino a questa mattina.
Nel corso delle mie ricerche sulla massoneria e sul nuovo ordine mondiale, mi sono spesso imbattuto in un’organizzazione dal nome particolare: “B’nai B’rith“. L’organizzazione è talmente riservata che è difficile trovare informazioni su di essa. L’unico testo che ne parla ampiamente è di un giornalista francese, Emmanuel Ratier, dal titolo “Misteri e segreti del B’nai B’rith“.

Mentre lo leggevo, ho scoperto una curiosa coincidenza: Papa Benedetto XVI non è affatto stato il primo a reinterpretare il ruolo degli ebrei nella morte di Gesù. Nel 1927 il B’nai B’rith firmò un accordo con il principale sindacato di produzione e distribuzione dei film americani, la Motion Picture Producers and Distributors of America. Cito:
Il pretesto fu il film Il re dei Re di Cecil B. De Mille, che racconta la vita di Gesù. Alfred M. Cohen, all’epoca presidente del B’nai B’rith, ottenne dal celebre cineasta la modifica di diversi passaggi e di certe scene in modo da “correggere” il copione, in particolare i passaggi relativi alla Passione, con il fine di assolvere gli ebrei da ogni responsabilità.
Il B’nai B’rith, infatti si è da subito interessato a quella nuova forma d’arte per le masse che era il cinema. Ad esempio Alfred W. Schwalberg e Harry Goldberg, membri dell’organizzazione, erano rispettivamente il presidente della Paramount Pictures e della Warner Brothers. Alfred M. Cohen, presidente del B’nai B’rith diventò consigliere di filmografia di Will Hays, lo “Zar del cinema”. Addirittura Alfred W. Schwalberg diventò presidente di una Loggia registrata al B’nai B’rith, che contava più di 1600 Fratelli tra attori, registi, produttori, sceneggiatori, ecc. Negli anni la Loggia cambiò nome per diventare prima la Cinema Unit 6.000 e dopo la Cinema-Radio-TV Unit 6.000.
Ci sarebbe altro da scrivere ma chiudiamo la parentesi e torniamo a noi.
Coincidenza vuole che solo due mesi dopo l’uscita del libro di Papa Benedetto XVI, esattamente il 12 maggio 2011, una delegazione del B’nai B’rith è stata accolta in Vaticano dallo stesso Papa.
http://www.youtube.com/watch?v=BZ5uNYbY8Z8&feature=player_embedded


L’incontro potrebbe risultare curioso per diversi motivi. Il primo, e forse il più importante, è che il B’nai B’rith è a tutti gli effetti una setta massonica fondata da massoni e la massoneria è stata anatemizzata dalla Chiesa, nell’arco di 245 anni, ben 590 volte! [confronta "Jesus", ottobre 1988]

Ma Papa Benedetto XVI non è stato il primo Pontefice a ricevere il B’nai B’rith. Lo aveva preceduto Giovanni Paolo II per ben tre volte. Importante è sottolineare il secondo di questi incontri avvenuto nel 1985 in un’occasione molto particolare: le celebrazioni per il ventesimo anniversario di uno dei più imprtanti documenti del Concilio Vaticano II, “Nostra aetate”. Cito Carlo Alberto Agnoli, dal libro “La massoneria alla conquista della Chiesa“:
Di quelle celebrazioni commemorative romane, il B’nai B’rith fu uno degli istituti promotori [...] In tal modo quella massoneria apponeva, anche di fronte al mondo intero, la propria firma sotto il documento conciliare e il ricevimento in quella occasione da parte di Giovanni Paolo II, convalidava e confermava quella rivendicata paternità.
Il rapporto tra Chiesa e B’nai B’rith dovrebbe suonare anocra più stridente se si considera che il B’nai B’rith, oltre a essere collegato al traffico di stupefacenti e alla malavita americana [confronta "Droga SPA" di K. Kalimtgis, D. Goldman, J. Steinberg] e oltre a sostenere la rivista “Playboy” che si impegna a diffondere la cultura della droga [confronta "Le pouvoir de la drogue dans la politique mondiale" di Yann Moncomble], cerca con ogni mezzo di cancellare dalle istituzioni americane ogni traccia di cristianesimo!
Dobbiamo credere che si tratti di coincidenze oppure è lecito supporre che dal Concilio Vaticano II la Chiesa sia in mano alla “Controchiesa“, come alcuni massoni amano definire la massoneria??
Giusto per la cronaca, il B’nai B’rith non si limita a intrattenere rapporti solo con la Chiesa…







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