LE ALTERNATIVE ALLA DEMOCRAZIA (liberista)
SOCIALIZZAZIONE DELL'ECONOMIA Dal feudo di san Leucio 1789 alla R.S.I. 1945 |
LE ALTERNATIVE ALLA DEMOCRAZIA (liberista)
di Alessandro Mezzano
In
un articolo precedente avevamo espresso la nostra convinzione anti
democratica e dimostrato come la democrazia diretta sia un’utopia che
comunque sarebbe foriera di mal governo in funzione del fatto che a
decidere sarebbero le maggioranze che, per legge di natura, sono le
meno qualificate stante che in natura la Qualità è sempre inversamente
proporzionale alla quantità.
http://pocobello.blogspot.it/2010/06/perche-non-sono-democratico-alessandro.html
Ora
tenteremo di proporre un sistema alternativo alla democrazia (liberista) che
abbia la capacità di ovviarne i difetti e che sia in grado di coniugare
efficienza ed equità sociale.
L’alternativa da noi proposta è lo Stato Organico che si basa su due concetti base: Corporativismo e Socializzazione.
Corporativismo:
Le
corporazioni sono associazioni che riuniscono gruppi di Cittadini che
hanno in comune gli stessi interessi nel campo del lavoro, della
produzione, della creatività e della finanza, siano essi imprenditori
che lavoratori.
All’interno
di uno Stato, le varie corporazioni assumono il valore di elementi
costitutivi della società civile e politica nel senso più ampio dei
termini e sono controllate dallo Stato per quanto riguarda il loro
apporto di diritti e di doveri verso la comunità nazionale, mentre esse
stesse si auto regolano per quanto attiene ai diritti e doveri
reciproci.
Una Magistratura del lavoro
risolve e dirime tutte le eventuali vertenze tra imprese e
lavoratori, siano esse di natura economica che normativa mentre lo
Stato, come già detto controlla che il tutto si svolga nell’ambito
degli interessi del Paese.
Tutto questo elimina dalla scena la lotta di classe
che è sempre solamente un rapporto di forza e mai di equità e che non
ha più ragione di essere nello Stato corporativo dove i rapporti sono
regolati tra le parti con la mediazione dello Stato e dove questi
rapporti non sono più regolati dalla forza, ma dalla legge!
Una Camera delle corporazioni partecipa
alla emanazione delle leggi dello Stato per quanto riguarda le
materie che le riguardano ( e quindi anche per il lavoro e la
produzione ) dando un apporto di competenza specifica, di esperienza e
professionale che non si trova mai nei parlamenti tradizionali della
tradizione democratica dove un politico può fare indifferentemente il
ministro della sanità, del lavoro, degli esteri o della pubblica
istruzione, senza avere alcuna competenza specifica delle materie di
cui si deve occupare.
A
differenza poi dei partiti politici che finiscono sempre di essere
anche loro delle corporazioni, ma di interessi diversi da quelli
dichiarati e quindi in senso degenere e tesi comunque a soddisfare
ambizioni economiche private o di casta, le corporazioni così come le
intendiamo come organi costitutivi dello Stato Corporativo sono un
elemento di equilibrio e di equità sociali e concorrono allo sviluppo
armonico della vita civile e della Nazione.
Socializzazione:
La Socializzazione
è il punto di arrivo dello stato corporativo in cui le corporazioni
sono uno strumento di transizione per portare lo Stato da una posizione
liberalcapitalista ad una, appunto, di Socializzazione.
La
socializzazione è la sintesi ultima di un processo che porta i
Cittadini di uno Stato alla partecipazione attiva al suo governo
incominciando dal settore dell’impresa e del lavoro.
Il
lavoratore e l’imprenditore non sono più elementi in antitesi ed
avversari sociali, ma diventano collaboratori nella conduzione
dell’azienda trasformando la lotta di classe in sinergia perché, dati i
presupposti di condivisione degli utili e delle responsabilità , vengono spazzati via i motivi di contrasto che sono sostituiti da interessi e scopi comuni.
Il
lavoratore cessa di essere oggetto del lavoro, ma diventa uno dei
soggetti di esso con un vantaggio che non è meramente economico, ma che
assume il valore morale di dignità. di partecipazione, di
corresponsabilità partecipando alla gestione aziendale.
Insomma,
invece di avere la risultante algebrica di due entità di valore
opposto si ha la somma di due entità positive ed il risultato diventa
assolutamente più valido!
Nella
socializzazione delle imprese (primo passo per la socializzazione
dello Stato) la proprietà dell’azienda è suddivisa tra imprenditore in
quanto tale e lavoratori in quanto tali il che significa che tali
diritti di proprietà hanno il loro limite nella funzione esercitata ed i
lavoratori non possono né vendere, né dare in eredità questo titolo
di proprietà che è tale solo e fintanto che il lavoratore lavora
nell’azienda.
Inoltre,
nell’azienda socializzata, le parti sono tenute ad agire
nell’interesse superiore dello Stato e quindi della comunità Nazionale e
di questo obiettivo si fa carico il controllo dello Stato Organico (un esempio, benché parziale di tale concetto lo si ha già per esempio
in Germania dove le ditte con un determinato numero dipendenti come
Bayer o BASF danno ai propri lavoratori circa un terzo della proprietà
delle aziende )
Immaginate la conduzione dei rinnovi contrattuali o le decisioni sulle delocalizzazioni in una siffatta situazione …
Tale
concetto di socializzazione può essere in seguito esteso ai rapporti
dei Cittadini con le istituzioni in un processo di vera cooperazione
dove però lo Stato etico è l’arbitro imparziale e decisivo delle
soluzioni finali che devono sempre tenere conto dell’interesse
Nazionale.
E’
l’idea dello Stato Organico e cioè di quella forma di Stato che non è
pura entità amministrativa, ma un’organizzazione sociale totalizzante
in cui, come accade nella famiglia che della società è la cellula
primaria, ogni cittadino ha una sua identità ed una sua funzione
sociale in quanto membro della comunità e la comunità ha la sua
identità e la sua funzione solamente in quanto aggregazione e
sommatoria dei suoi cittadini con i valori della tradizione, della
cultura e della solidarietà!
Uno
Stato in cui i Cittadini non operano solamente per il proprio
interesse personale, ma sono le componenti di uno sforzo collettivo per
il progresso dell’intera comunità.
Per
chi volesse approfondire tali concetti, rimandiamo a “Lo stato
organico” di Rutilio Sermonti - http://thule-italia.com/wordpress/archives/2413?lang=it ed a “Perché non sono democratico” di
Nicola Cospito - http://www.puntozenith.org/Recensioni/187.html
Come
ulteriore organizzazione dello Stato corporativo e sociale vorremmo
aggiungere una selezione meritocratica che provveda affinché i soggetti
cui sarà richiesto di partecipare alle decisioni della vita pubblica
siano persone informate e capaci.
Si
potrebbero istituire nelle scuole dei corsi obbligatori di educazione
civica nei quali si spiegasse ai futuri cittadini quali sono le
istituzioni dello Stato, quali i loro compiti e le funzioni, quali
siano i diritti ed i doveri dei cittadini verso lo Stato e dello Stato
verso i Cittadini, quali siano le principali leggi che regolano
l’amministrazione della cosa pubblica sia a livello locale che a
livello nazionale.
.Avremmo
così una classe di cittadini coscienti e preparati a dare il loro
fattivo contributo alla gestione dello Stato corporativo e sociale
anziché una massa amorfa di persone che ignorano i principi basilari
delle regole della vita sociale.
Mussolini
disse:” L’ignoranza esclude dalla partecipazione” e questo non è un
concetto di selezione elitario quanto una legge di natura perché
l’esclusione non deriva da una discriminazione contro qualcuno, ma
deriva dalla incapacità di quel qualcuno di capire e di partecipare con
cognizione di causa e quindi con virtuosa operatività sociale!
Il
superamento dei suddetti corsi costituirebbe titolo essenziale per
potere partecipare alla carriera politica attiva come rappresentante
delle corporazioni.
Tanto
per contestare subito le consuete ritrite e banali osservazioni dei
democratici che sostengono non vi sia altra alternativa alla democrazia
se non la dittatura vogliamo precisare che la storia ci insegna come
la dittatura non sia mai stata, né possa essere, una stabile forma di
governo in quanto essa ha bisogno di particolari condizioni storiche e
di uomini di grande carisma, condizioni queste che non possono essere
programmate né essere programmatiche, ma che sono esclusivamente
contingenti ed irripetibili.
Inoltre,
anche una superficiale analisi delle dittature degli ultimi anni
dimostrano che esse non nascono da una ideologia specifica, ma hanno le
loro radici in ideologie a volte tra di loro antitetiche ed a volte
nate dal una concezione politica assolutamente democratica come per
esempio le decine di dittature comuniste!
L’ideologia della dittatura in se è una corbelleria insostenibile degna di cervelli che ragionano solo in modo superficiale!
Quanto
alla nostra diffidenza ed alla nostra totale critica alla democrazia,
a chi ci contesta di essere dei visionari e dei “parvenues”
intellettuali rispondiamo che in questo siamo in buona compagnia, da
Platone ( lettera VII° e La repubblica ) a Tommaso Moro (“Utopia”) a
Tommaso Campanella (“ La città del sole” ) ed in parte anche nel
pensiero filosofico di Fichte ( la dottrina dello Stato ) e Hegel (
lineamenti di filosofia del diritto ) e giù sino ad Evola ( Gli uomini e
le rovine ) e pertanto respingiamo i soliti luoghi comuni ignoranti
ed invitiamo a ragionare nel merito .!!
Alessandro Mezzano
SOCIALE aggiunge che gli enunciati della socializzazione e del corporativismo li ritroviamo in un documento neutro condivisio sia da alcuni partigiani, non comunisti e non filo USA - per quella che doveva essere la Costituzione repubblicana.
Documento che non ha avuto nessuna divulgazione e che non meritava tanto. Lo porto alla vostra attenzione per un sereno giudizio.
http://pocobello.blogspot.it/2010/01/fascismo-e-antifascismo-per-una-nuova.html
SOCIALE - fa anche presente che per avere la socializzazione dell'economia basta dare seguito agli articoli 46 e 99 della Costituzione che dalla loro scrittura sono rimasti intonsi.
http://pocobello.blogspot.it/2009/10/la-socializzazione-dopo-il-25-aprile.html
SOCIALE aggiunge che gli enunciati della socializzazione e del corporativismo li ritroviamo in un documento neutro condivisio sia da alcuni partigiani, non comunisti e non filo USA - per quella che doveva essere la Costituzione repubblicana.
Documento che non ha avuto nessuna divulgazione e che non meritava tanto. Lo porto alla vostra attenzione per un sereno giudizio.
http://pocobello.blogspot.it/2010/01/fascismo-e-antifascismo-per-una-nuova.html
SOCIALE - fa anche presente che per avere la socializzazione dell'economia basta dare seguito agli articoli 46 e 99 della Costituzione che dalla loro scrittura sono rimasti intonsi.
http://pocobello.blogspot.it/2009/10/la-socializzazione-dopo-il-25-aprile.html
La socializzazione rappresenta il punto più alto non solo dell'economia, ma anche del diritto di ognuno ad avere quanto gli spetta per merito. Non si toglie valore all'imprenditore ( perchè di capitani d'idustria v'è n'è assoluto bisogno ) e soprattutto non si toglie dignità al Lavoro. Il lavoratore non è più un salariato ma si assume parte del rischio attraverso la sua quota di partecipazione agli attivi aziendali, inducendo una migliore e più spontanea produzione, senza ricorsi a gabbie salariali, scala mobile o quant'altro. Insomma il meglio del meglio.
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