martedì 1 maggio 2012

il Labirinto del Potere Mondialista

Michele MIRIZZI

Sono almeno due secoli che gli eventi mondiali vengono potentemente influenzati e, negli ultimi tre quarti di secolo addirittura determinati, non soltanto e non tanto dalle forze politiche tradizionali quanto dalla casta bancaria internazionale.

Poche centinaia di uomini controllano, insieme alla gran parte della ricchezza monetaria della terra , i debiti pubblici della maggioranza degli Stati, dai loro finanziamenti dipende dalla stabilità monetaria ed economica. e quindi politica e sociale, di quasi tutti i maggiori paesi: la maggior parte dei governi non possono fare a meno dei loro prestiti e, soprattutto, della loro competenza tecnica in materia monetaria.

Prima di analizzare il complesso fenomeno del Mondialismo, dal suo sviluppo storico alla sua ideologia, bisogna comprendere la distinzione tra DENARO e RICCHEZZA REALE.


La Ricchezza reale è costituita dai beni ( cibo, terra, bestiame, case, attrezzi, strutture produttive) e dai servizi (lavoro, prestazioni, attività produttive), mentre il Denaro è soltanto una rappresentazione formale della ricchezza.
Il denaro è quindi lo strumento per pretendere e ottenere servizi.

La Storia.

Il fattore economico ebbe sempre un'importanza essenziale accanto agli altri fattori fondamentali della Storia.
Certo è anche vero che il fattore economico non fu mai tanto determinante nella storia quanto lo è andato diventando negli ultimi cionque secoli.
I babilonesi conoscevano le Banche, il mondo greco-romano coniava le monete, Cesare andava a chiedere prestiti alla colonia ebraica di Roma, ma quelli erano tempi in cui, agli effetti del potere, la spada contava più del denaro.

Solo nel Medioevo l'economia diventa un fattore determinante della storia.
Possiamo distinguere cinque fasi:
  1. FASE CAPITALISMO MERCANTILE ( anno 1000- 1800) incentrata sulla figura del mercante avventuriero ( mercanti marinai che tornavano con stive piee di merci pregiate) e poi sui consorzi finanziari privati, come la Compagnia delle Indie.
  2. FASE CAPITALISMO BANCARIO - COMMERCIALE (1250- 1690) incentrata sulla figura del mercante-banchiere. I grossi mercanti, per evitare spostamenti di moneta contante in rischiosi carichi, incominciarono a sostituire il denaro con lettere di pegno e di credito o ad operare scambi di valuta in patria per scambi di merce che avvenivano all'estero: erano comunque prestiti ad alto rischio ed a basso interesse, giacché l'usura era vietata dal codice canonico e da quello civile: L'usura veniva praticata solo dalle famiglie ebraiche, le quali incominciarono ad accumulare fortune. 
  3. FASE CAPITALISMO BANCARIO (1650-1850) incentrata sulla figura del banchiere. 
    Già da tempo il mercante banchiere si era accorto che commerciare denaro era meno rischioso e più redditizio che commerciare beni. 
    Nacquero le prime forme di credito e di investimento. 
    Non si trattava più di pratiche di "banco"; alcune famiglie che il commercio e l'usura avevano discretamente arricchito, iniziarono solamente a speculare sul denaro in sé. 
    Intanto dopo la Riforma i paesi nei quali il calvinismo era diventato imperante, prima si fecero tolleranti ed infine accettarono l'usura. 
    Fondate da famiglie calviniste ed ebraiche, nacquero le prime banche di tipo moderno ad Amsterdam.
  4. FASE CAPITALISMO INDUSTRIALE (1770--1890) incentrata sulla figura del capitano d'industria
    A seguito delle prime invenzioni tecniche, grossi artigiani cominciarono ad impiegare più vaste attrezzature e a passare l'esecuzione dei lavori a manodopera salariata. 
    Nascono due nuove classi: i padroni e i lavoratori. 
  5. FASE di CAPITALISMO FINANZIARIO (1850 ad oggi) incentrata sulla figura del banchiere internazionale
    Dalla metà del secolo scorso l'intero mondo finanziario venne gradatamente omogeneizzato in un sistema di integrazione a livello mondiale. 
    A seguito di fusioni, acquisti di azioni, condizionamenti di ogni tipo e spessissimo attraverso matrimoni dinastici, poche banche acquisirono il controllo di un gran numero di medie e piccole banche, società finanziarie e compagnie di assicurazioni. 
    Oltre il controllo del grande credito e della circolazione monetaria mondiale, i grandi finanzieri iniziarono a controllare la grande produzione. 
    I grandi capitalisti industriali reagirono con la creazione di grosse strutture monopolistiche (trusts), ma la pressione congiunta della grande finanza e dell'opinione pubblica sconfisse alla fine il capitalismo monopolistico industriale. 
    Sempre più organizzata e monopolistica si fece invece l'alta finanza nelle cui spire finirono risucchiati i più grandi complessi economici americani e poi quelli europei
    La sola resistenza fu politica. 
    Mentre in Russia trionfava il comunismo (finanziato dall'altissima finanza), in Germania ed in Italia regimi fortemente statalisti e di orientamento solidaristico-popolari, superavano l'esperienza liberista e realizzavano, col diretto intervento dello Stato in economia, il controllo sul mondo finanziario, con programmi protezionistici ed autarchici. lasciando così fuori dai propri confini la speculazione finanziaria dell'altissima finanza.era lo scontro fra i grossi speculatori internazionali ed interi popoli che porterà l'Europa ed il mondo alla seconda guerra mondiale... 
    Di contro nei paesi ancora democratici (siamo nel periodo 1925-1940) l'altissima finanza vince tranquillamente. 
    Il processo di omologazione ebbe all'inizio, come epicentro la City di Londra, dove da tempo alcune famiglie avevano posto i presupposti economici, ideologici e storici epr questa operazione. Da generazioni, capitali ed uomini d'affari trovavano accoglienza nella City londinese. 
    Anglicani, calvinisti, svizzeri ed ebrei muovevano i traffici internazionali. 
    Erano, e sono, famiglie ricchissime e comandano l'alta finanza da tempo.
Conclusa questa carrellata storica andiamo ad analizzare i connotati essenziali di questi banchieri e a conoscere alcune dinastie. 
Innanzi tutto, discendono da famiglie che hanno vissuto per secoli maneggiando denaro e, nelle quali, genio speculativo e alta competenza monetaria si sono andati concentrando per generazioni selezionandosi.
Inoltre chi eredita una funzione attiva nella gestione dei capitali sposa di solito un'ereditiera, meglio ancora una cugina o figlia di cugina, se necessario una nipote, il tutto per evitare amputazioni o dispersioni del patrimonio familiare.

In secondo luogo, hanno per forma l'anonimato, o, quando questo non è possibile, la più soffice ed impenetrabile discrezione. 
Alla discrezione si sposava sempre la più fitta segretezza negli affari: nessuna offerta di azioni, poca pubblicità, scarse notizie nei bilanci. 
Dopo l'introduzione nelle legislazioni moderne della tassa di successione e dell'imposta scalare sui redditi personali, il patrimonio familiare e la ditta vengono suddivisi e celati dietro una miriade di sigle societarie che cambiano spesso ragione sociale, ma che sono tenute strettamente in mano dalle stesse famiglie. 
Infine, per evitare ulteriori tassazioni, esse disperdono il patrimonio in "Fondazioni", apparentemente enti a fini filantropici o culturali", normalmente indipendenti ma strettamente collegati alle stesse famiglie bancarie. 
Le legislazioni democratiche chiaramente considerano le "fondazioni" esentasse.

In terzo luogo disdegnano le normali e comuni attività bancarie che lasciano alle loro banche collaterali con funzioni di drenare denaro dal pubblico, privilegiando come clienti personali i governi , le chiese, i grossi personaggi e le forze politiche. Sono interessati solo alle alte commissioni e agli interessi di prestiti a lunga scadenza, insieme a qualche forma di controllo dioretto sulla gestione dei fondi da essi prestati allo Stato. Sostengono tutti i paesi senza distinzione politica o militare, infatti, quand'è possibile, sostengono paesi anbche in conflitto fra loro. Inoltre ottendono di essere personalmente investiti di responsabilità politico amministrative di vertice nei governi dei maggiori paesi. Quando la loro diretta presenza è sconsigliabile, sono loro uomini che li rappresentano e li sostituiscono.


In quarto luogo, sono cosmopoliti. 
Infatti, ad esempio, le famiglie ebraiche non avevano una patria. 
A seconda del volgere della sorte, esse migravano dal paese in declino verso quello in ascesa, per sostare soltanto la dove pulsava il cuore della potenza mondiale del momento, senza mancare di creare una rete di filiali, affidate a rami collaterali della famiglia, in tutti gli altri maggiori paesi. così queste famiglie non avrebbero temuto crolli nè conosciuto fallimenti legati alle fortune alterne dei diversi paesi. 

In quinto luogo essi controllano direttamente l'amministrazione dei loro imperi finanziari. 
Utilizzano a decine di migliaia quadri operativi di prim'ordine, ma continuano a tenere, stretto nel pungo il controllo dell'insieme e dei singoli dettagli.

In sesto luogo hanno capito che la forza del denaro è direttamente proporzionale alla debolezza della spada; quanto più incerto e influenzabile è il potere politico, tanto più libera e rigogliosa è la crescita della loro potenza. 
I politici sono troppo deboli e troppo soggetti a temporanee pressioni popolari per essere affidabili nel controllo del sistema monetario

Ma non tutti i sistemi politici sono troppo deboli e soggetti alle pressioni popolari; quelli che offrono queste "garanzie" sono soltanto i regimi democratici, di qui la scelta storica operata dal XVII secolo in poi a favore di filosofie, correnti di pensiero e movimenti politico-rivoluzionari che andassero nel senso della democrazia.

Fu una lunga battaglia che vide queste famiglie di magnati disegnare strategie di lungimiranza sorprendente nel sostenere e foraggiare alcune delle forze che la spontanea dialettica della storia metteva in campo, facendo crollare o andare in miseria le forze contrarie ai loro piani. 
Il fine era ed è semplice: far credere ai popoli che la democrazia è inevitabile, anzi desiderabile.

Il governo dei più invece un'autentica truffa, giacchè il controllo reale è rimasto nelle mano dei ricchi e degli abili. 
Sono oramai due secoli che lo scontro è tra éilte del denaro e chi crede invece nell'uomo e nella spada. 
Ma chi sono i signori della finanza mondiale, come si chiamano, dove vivono? 
Prossimamente analizzeremo le famiglie dell'alta finanza.
Michele MIRIZZI
Tratto da:  http://proscritti.blogspot.it/2010/10/il-labirinto-del-potere-mondialista.html

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