sabato 31 marzo 2012

Dell’11 settembre e di altre fandonie storiche



di: John Tiffany*

La teoria ufficiale sull’attacco dell’11 settembre è una falsità dell’ “establishment”, suscettibile di essere comprovata in 60 secondi. Tutto ciò di cui avete bisogno per sgonfiarla è sapere che la temperatura di fusione dell’acciaio è di circa 2.750 gradi. E che un incendio all’aperto può raggiungere un massimo di 1.510 gradi. La classe dirigente americana sostiene che l’acciaio delle torri del World Trade Center si fuse per l’altissima temperatura generata dal kerosene fuoruscito dai due aeroplani che colpirono le due torri.
Tutto ciò che dovete sapere è che l’establishment mente. Dimenticate tutte le altre prove supplementari – non ne avete bisogno; e sappiate che George W. Bush e tutta la banda dei suoi accoliti dovrebbero essere immediatamente arrestati, processati ed incarcerati a vita, se non condannati a morte per alto tradimento e crimini contro l’umanità.
Come sapete, l’11 settembre fu usato per far precipitare gli americani nella guerra senza fine in Afghanistan, che ancora continua dopo che bin Laden è stato dichiarato ucciso, pretesto che era il nostro unico motivo per immergerci in quel pantano, e nell’occupazione dell’Iraq, che anch’essa sembra non aver fine, e nonostante il fatto che l’Iraq non aveva niente a che fare, perfino apertamente, con l’11 settembre.
Queste guerra erano utili ad Israele, e questa è la vera ragione per cui i sempliciotti americani combattono laggiù, a mezzo mondo di distanza. Ed ora siamo in guerra con la Libia, solo perché
così desidera Israele.
Avendo stabilito che il governo mente, possiamo continuare comprovando che Israele ha le impronte su tutto lo scenario criminale. Basta soltanto leggere uno dei libri di Victor Thorn sull’argomento per vedere che questo è stato opera del Mossad, con la collaborazione del governo americano, cioè la Cia (First Amendment Books al numero 202-547-5585 per altri particolari sui libri di Thorn sugli attacchi all’America dell’11 settembre).
Ora sappiamo che praticamente tutto ciò che ci raccontano è una menzogna, come dice Pat Shannan (Everything They Ever Told Me Was a Lie).
Gran parte degli americani devono avere avuto il pullover alzato sopra gli occhi, ma gli stranieri non si possono facilmente prendere in giro. Per esempio, Ahmed Ezz el-Arab, vice presidente del partito laico Wafd egiziano, recentemente ha dichiarato che gli attacchi dell’11 settembre non furono compiuti da mussulmani partiti dal Medio Oriente, che l’olocausto è una bugia, ed il “diario di Anna Frank” è un falso. Ha negato che i nazionalsocialisti abbiano ucciso sei milioni di ebrei durante la II G.M.: “l’olocausto è una menzogna”, ha aggiunto enfaticamente. Propagandato come “il più grande genocidio di massa della storia umana” (tralasciamo i 60 milioni di cinesi vittime del comunismo o le uccisioni di massa di Stalin), fu imposto nei libri di scuola tedeschi non attraverso qualsiasi tipo di ricerca, ma in virtù dello “Strafjustiz”, il codice penale germanico. E mentre le menzogne sono protette dal sistema giudiziario, la verità resta esclusa dalle aule dei tribunali. Perfino i giudici del “Grande Processo di Auschwitz” a Francoforte, che avrebbero dovuto provare il dogma dell’olocausto per sempre, dovettero scrivere nei loro giudizi che “la presentazione dell’evidenza delle gassazioni” mancava delle prove, dei resti umani, e soprattutto dei corpi del reato (le camere a gas). Al contrario, vi era un numero enorme di “testimonianze oculari” non credibili. Altrimenti, non c’era alcuna evidenza.
Come per l’11 settembre, possiamo dimostrarvi in sole cinque righe che Barack Obama non è il presidente legittimo degli Stati Uniti. Una traduzione in inglese del trattato di Emerich de Vattel del 1758 “The Law of Nations” (titolo originale francese “Le Droit du gens”), stabilisce che i titolari di cittadinanza sono quelli nati da genitori originari del Paese di cui sono cittadini”, citazione del 1857 del giudice supremo della Corte di giustizia Peter Vivian Daniel, opinione condivisa in “Dred Scott vs. Sandford”. Tutti sanno, o almeno Barack Obama sostiene, che suo padre, Barack Hussein Obama nacque in Kenia sotto bandiera britannica, e che non fu mai cittadino statunitense. Dimentichiamo il certificato di nascita dello junior; ma il fatto che il padre non fosse cittadino americano delegittima Barack della presidenza (ed anche della vice- presidenza degli Stati Uniti). Semplicemente questo. E non veniteci a dire che il vero padre è stato Frank Marshall Davis, un comunista nero del Kansas, perché ciò scoperchia un altro vaso con cui ha a che fare Barack junior. Se è così, come mai Barack junior ci ha mentito per tutto il tempo su chi era veramente fosse suo padre? Siamo sicuri che il medesimo si dimetterebbe piuttosto che proseguire su questa strada. (“Where is the Birth Certificate”?, di Jerome Corsi, First Amendment Books, 645 Pennsylvania Avenue, SE, Washington D.C., 20003).
Nelle parole tradotte di un coraggioso giornale tedesco, “National Journal”. “Dobbiamo sempre avere davanti agli occhi: i nemici del genere umano conquistano con la menzogna e muoiono con la verità. Dobbiamo dire inoltre che le grandi menzogne non solo sono tenute vive con cinica politica di persecuzione; i sionisti hanno inventato un sistema per piantare le menzogne nei cervelli della gente per mezzo di pressioni sociali. Appena le menzogne sono trasferite nei cervelli per mezzo dei media, scuole, giornali, datori di lavoro, gran parete della gente accetta le menzogne come verità”.
La “Union of German Broadcasting Companies” (Ard, la terza rete televisiva tedesca) trasmise un programma il 10 luglio 2011 sul libro “Der Einsturz eines Luegengebeaudes” (Il crollo di una torre di menzogne). In esso, gli autori, Mathias Broeckers e Christian Walther provano con esattezza – come pure gli scienziati ed i revisionisti hanno fatto, naturalmente - che l’interpretazione ufficiale degli avvenimenti dell’11 settembre è una colossale menzogna. Per questo motivo, l’editorialista Raphael Gross, infuriato, scrisse che i giornalisti avevano perso l’occasione perchè l’Ard aveva pubblicato esplicito resoconto dei due investigatori. Gross scribacchiò: “E’ dunque non senza significato che la scorsa domenica sera il libro dei due cacciatori di complotti si è sprecato di elogi all’Ard. Non è soltanto irritante che a quanto pare ogni singola autorità all’Ard - una trasmittente che ha praticato per anni onesta preoccupazione per l’indagine politica in questo campo – abbia fallito scandalosamente” (Frankfurter Allgemeine
Zeitung, 15 luglio 2011, 34).
La metodologia della menzogna dell’11 settembre non è novità; è stata creata in passato con le menzogne sull’olocausto, le bugie su chi assassinò Kennedy e perché, e dai e dai, su e giù per tutta la storia. Da cui deriva la necessità che il “National Journal” scriva: “gli unici che presentano fatti sono gli investigatori perseguitati. Per contro, il sistema di menzogne offre solo parole vuote e pesanti menzogne che contraddicono le leggi della natura”. Ma la buona notizia è che grazie alla Barnes Review, all’American Free Press e ad altri, il sistema delle menzogne comincia a sfilacciarsi.
Gross continua: “Se – come viene sottolineato nel rapporto della Ard - è ostensibilmente non provato che al Qaida non ha avuto niente a che fare con l’11 settembre, ed il presidente Bush è ritenuto essere stato al corrente in anticipo, allora sorge spontanea la domanda, che non ci siamo posta: chi allora ha orchestrato tutto ciò? Chi ne ha tratto vantaggi?”
Bella domanda. Come si dice, “cui bono”? La risposta è naturalmente, Israele.
A causa delle loro menzogne sull’olocausto, il potere sionista è stato reso inattaccabile. Da allora, i più in vista possono commettere qualsiasi reato senza essere pubblicamente criticati, figuriamoci essere incarcerati!
Oggi abbiamo perfino Arnon Milchan, un grosso produttore cinematografico israeliano, vantarsi apertamente del suo ruolo nel contrabbandare segreti militari nucleari ad Israele, lavaggio di denaro sporco ed altri reati.Inserisci link
In un’America sana sarebbe in galera da quel dì, invece circola liberamente, godendosi una vita da miliardario. Ora è venuta fuori una coppia di altri suoi amici ebrei con una biografia esaltando i suoi reati (“Confidential: The Life of Secret Agent Turned Holliwood Tycoon”, di Meir Dorman e Joseph Gelman, che riportano le gesta del clown Arnon Milchan. Press First Amendment Books)

da www.barnesreview.com
(trad. Alfio Faro)

http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=10770

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