martedì 28 febbraio 2012

Cameratismo - definizione



Camerata è più che amico.

Camerata è più che fratello.

Camerata vuole dire essere dello stesso sangue, della stessa mente, della stessa anima, della stessa fede!

Per questo non c’è posto tra camerati per riserve mentali, per sospetti, per maliziose interpretazioni, per invidie, per prevenzione, per supponenza.

Tra camerati deve esserci la fiducia, il pregiudizio positivo, la stima, l’affetto, il sostegno che fanno del rapporto un rapporto esclusivo e simile a nessun altro.

Tra camerati deve essere esclusa la prevaricazione, la censura, il volere superare, la sete di dominio perché tra camerati ci si deve sentire “pari tra i pari” al di là delle gerarchie ed al di là anche del valore di ciascuno nel contesto di una “impersonalità attiva” che fa sentire ciascuno una parte di un tutto!

Tra camerati non debbono servire barriere protettive perché non ci deve essere nessun pericolo di aggressione né verbale, né psicologica.

Tra camerati si può dissentire, ma senza acrimonia, si può non concordare, ma senza partito preso, si può discutere, ma senza animosità perché tra camerati deve essere più forte il desiderio di trovare una sintesi costruttiva, un accordo che non quello di volere avere ragione ad ogni costo e perché tra camerati deve esistere quell’affinità delle anime che nasce dalla condivisione profonda della visione del mondo e della vita.

Se tutto questo non c’è, allora significa che non c’è cameratismo, ma solamente un’occasionale convergenza di posizioni scaturite da un occasionale e superficiale incontro che non ha radici profonde.

Se tutto questo non c’è significa che si è dei conoscenti, si può essere perfino amici, ma non si è camerati!


di Alessandro Mezzano

24.02.2012 -

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