sabato 28 gennaio 2012

I meridionali non devono intraprendere – Introduzione


Questo è il primo di una serie di articoli che vuole fornire una panoramica su quelle che erano le eccellenze industriali meridionali nel periodo immediatamente precedente l’unificazione del paese, e sul perché e come queste tesero a scomparire nei circa venti o trent’anni successivi all’Unità.

Ebbene, nonostante la storia ufficiale (che potremmo definire storia del Piemonte piuttosto che storia d’Italia) dica il contrario, all’epoca dell’unificazione, anno 1816, il Regno delle Due Sicilie aveva diverse eccellenze industriali. Pensando a queste, viene naturale nominare le tre più famose per numero di citazioni in letteratura: Real Opificio di Pietrarsa; Cantiere navale di Castellammare di Stabia; Polo siderurgico di Mongiana. Le prime due nel napoletano, la terza in Calabria. Ed è su queste realtà che i successivi articoli di questa serie si concentreranno.

Prima, però, c’è da chiedersi: «Qual era il sentimento del nuovo stato nei confronti di queste realtà?». Purtroppo, come molte delle cose risalenti a quel difficile periodo, non ci fu un atteggiamento positivo da parte del nuovo governo piemontese.


Il volere del rinnovato regno sabaudo era sostanzialmente quello che fu espresso pubblicamente da Carlo Bombrini:

«Non dovranno mai essere più in grado di intraprendere»

Quando pronunciò queste parole, il Governatore della neonata Banca Nazionale del Regno d’Italia si riferiva ai neo italiani del Sud. Carlo Bombrini, che rimase governatore della Banca Nazionale dal 1861 al 1882, fu anche il fondatore dell’Ansaldo, dato importante quando calato nel contesto di ciò che accadde alle officine di Pietrarsa, diretta concorrente della piccola azienda fondata dal governatore.

Bombrini fu tra i promotori dello smantellamento delle grandi industrie del meridione d’Italia, prima fra tutte quella, appunto, di Pietrarsa, rappresentando questa una concorrenza ancor più fastidiosa ora che gli stati erano uniti. Suo fu anche il piano economico-finanziario che avrebbe poi alienato tutti i beni del Regno delle Due Sicilie. Il suo piano avrà poi gli effetti sperati e la sua Ansaldo beneficerà della neutralizzazione della più prestigiosa Pietrarsa, la quale non ebbe più commesse, essendo state esse dirottate a Genova.

Ad ogni modo, di Pietrarsa e della tragedia legata al suo nome parleremo meglio nel prossimo articolo dedicato a questa serie; a seguire, poi, articoli sui cantieri di Castellammare e l’industria siderurgica di Mongiana.

http://napule.org/i-meridionali-non-devono-intraprendere-introduzione/2010/

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