giovedì 28 aprile 2011

Il peso della Verità



Claudio Della Vale

Tempi di delitti efferati, inspiegabili, apparentemente sempre meno motivabili; tempi di perdita di valore delle parole. Tempi dove la fame e la sete di giustizia paiono essere massime negli uomini, ma troppo spesso a senso unico, accompagnandosi ad una immensa tracotanza invece che all’umiltà. Ed è una reazione a catena, una induzione reciproca, un tacito “così fan tutti” che si innesca in questo modo anche e soltanto per non soccombere agli altri, per non essere retrocessi e calpestati nella competizione della vita. Ma tutto questo, contrariamente alle apparenze, non può servire da giustificazione, soltanto, qualifica le persone e le ricomprende in determinate categorie, le assoggetta a destini comuni ed ineluttabili e non soddisferà mai veramente il loro anelito.

Così proprio non va!

A questo aggiungiamo alcune considerazioni necessariamente scaturite a seguito dei catastrofici fatti Giapponesi ed Africani di questo scellerato 2011. Essi, a torto o a ragione, producono un effetto sulle coscienze e non solo in coloro che ne sono colpiti direttamente. Esse ci spingono ad interrogarci profondamente su dove ci stia conducendo questa “civiltà del progresso (??!)”, ci obbligano a chiederci: ma chi ha veramente, dietro le quinte, il potere e la responsabilità di determinare gli sviluppi e le direzioni che portano alla crescita di questa civiltà? E perché scegliere questo indirizzo e non un altro? Personalmente, avevo già dei forti dubbi sulla genuinità di quanto ci viene propinato sotto nobili apparenze fin dall’infanzia, ma ora i dubbi sono diventati certezze, considerato e provato che nessuno parla ed agisce più in onore del vero, ma tutti, specie in quel mondo che ha potere, operano solo ed esclusivamente per i propri interessi particolari sacrificando dissennatamente ad essi il bene comune e la Verità curandosi solo dell’apparire bene. Se chi conduce ed ha potere mente abitualmente, per mestiere, cosa succederà quando ci renderemo oggettivamente conto che l’umanità, per il benessere della quale sempre dicono di agire, è proprio l’ultima cosa che a loro interessa? Cosa succederà quando gli uomini si troveranno imbottigliati in situazioni senza uscita né speranza di fronte alle quali dovranno toccare con mano in prima persona (e ingoiare rospi grossi come bastimenti in silenzio ed impotenza assoluta), tutta la vanità e la nullità delle promesse dei loro falsi profeti, tutta l’impotenza dei loro innumerevoli idoli? La nostra civiltà sta ammassando nel suo futuro una infinita discarica fatta di ogni sorta di rifiuto, … mi si intenda. Cosa avverrà quando essa dovesse collassare sulle genti?

Guardiamo, ad es., questa bella Italia (ma tutto il mondo è allegramente incamminato nella medesima direzione), festeggiata in questi giorni a suon di inni e fanfare: ma cosa festeggiano? Cosa c’è da festeggiare? Forse il debito di due milioni di miliardi che hanno saputo accumulare durante questo tempo? Ma cosa festeggiano? Il diritto allo studio ed al lavoro dignitoso adeguatamente retribuito per tutti, cose ogni giorno sempre più negate e che non abbiamo mai potuto vedere se non nelle parole dei soliti mentitori? Forse festeggiano il diritto alla pensione: deve evidentemente trattarsi di quella dei falsi invalidi e dei raccomandati, perché quelle ordinarie, quelle ONESTE e MERITATE si allontanano sempre più ed anche smagriscono al contrario di quanto accade ai loro stipendi e privilegi. Festeggiano la Giustizia che non c’è? Non capisco perché mai uno statale, cominciando dai parlamentari e dalle massime cariche del potere, debba avere in partenza più diritti di un agricoltore, di un operaio o di una artigiano: non mangiano tutti allo stesso modo e nelle stessa quantità? Non hanno tutti egual diritto e dignità di fronte alla vita? Proclamano a gran voce in ogni dove il regno del diritto, della democrazia,dell’eguaglianza, nascondendoci che invece siamo ritornati silenziosamente e praticamente alla CASTE per non dire alle MAFIE o ancor peggio alle discriminazioni predeterminate a tavolino in base a criteri non facilmente individuabili ma reali. Per me tale comportamento assume allora il significato di una festa dell’ipocrisia, di un ulteriore contributo alla falsità già radicata profondamente in questa società. Io credo che i veri idealisti, gli Eroi che servirono col loro sacrificio alla unione di questo paese, se davvero furono tali e puri, stiano rivoltandosi nella tomba vedendo per cosa hanno sacrificato se stessi. Ma torniamo agli scenari mondiali.

Il mio parere, espresso peraltro altre volte, è che siamo in un periodo dove l’egoismo umano domina come non mai; anche in passato certo non ebbe a mancare, ma mai così lucido, così scoperto, così capillarmente diffuso, così profondamente integrato nella vita di tutti, così ricompreso nella normalità quotidiana; esso è divenuto, anche inconsciamente, mattone irrinunciabile utile a gonfiare e sostenere tutti i nostri costrutti, strumento vitale apparentemente, ma che si rivela essere una chiave di volta fragile, debolissima ed inadatta, specie quando debba confrontarsi con l’Architetto Signore del mondo. E’ sempre una grande, profondissima e dolorosa disillusione per l’uomo quando ciò avviene, perché egli viene riportato bruscamente alla realtà dei fatti, duramente costretto a confrontarsi con la Verità delle cose di cui era totalmente dimentico, perché drogato dalle falsità con le quali è stato nutrito per generazioni.

E’ infatti un rischio reale quello che io vedo prospettarsi e si potrebbe denominare degenerazione strutturale della civiltà o della società. L’abbandono generalizzato ed inveterato della verità, l’amore per le cose false ma di bella apparenza, cose di cui amiamo circondarci ad ogni livello, causa nel tempo, diffondendosi minutamente per imitazione in ogni luogo e struttura del contesto umano, la loro degenerazione e denaturazione, sì che il primo sintomo è che le cose non funzionano più come prima. Ci troviamo di fronte, accorgendocene magari improvvisamente, medici che non fanno o medici, istituzioni che frodano i cittadini legalmente, acqua che bisogna comprare a caro prezzo, difese che non difendono altro che gli interessi di qualcuno, governi incapaci di provvedere alle necessità dei popoli, volti seni e glutei rifatti, cose definite sicure e giuste come le centrali nucleari, che invece dimostrano di essere una maledizione ed un ipoteca pesantissima sulla vita delle generazioni future, un nemico terribile e nascosto in casa propria; questa società degenerata strutturalmente è simile ad un anziano che ha l’osteoporosi grave e non lo sa; si alza per camminare e il suo femore si spezza improvvisamente facendolo cadere rovinosamente e dolorosamente; chiama il dottore ma nessuno accorre perché sono tutti impegnati altrove e lo lasciano lì al suo destino.

Così ci siamo ridotti per aver dimenticato la Verità!

Ed immancabilmente, prima o poi, avviene lo scontro con qualcosa che non appartiene per natura ed origine a questa civiltà e gli abitanti della terra ne devono portare le pene. Un forte terremoto, un sollevamento di popoli, e chi sa cosa altro ancora, sono fatti sufficienti ad evidenziare universalmente e tragicamente tutti i limiti, la piccolezza dei programmi e delle previsioni umane; questi fatti dolorosi, al di là delle vite cancellate o compromesse, obbligano tutti ad una riflessione generale.

L’uomo posto davanti a questi avvenimenti ha solo due modi principali di reagire: quello contrassegnato dalla rassegnazione con eventuale riflessione e riconoscimento dei propri errori al fine di correggerli, anche accettando di fare marcia indietro e quello della reazione, volto a superare gli inconveninenti a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo, ritenendo l’attuazione della propria volontà prioritaria ad ogni altra cosa e quindi da attuare assolutamente, senza tenere conto di null’altro che non sia il proprio idolo o il proprio ego. Si coprirà pertanto l’avvertimento ricevuto con un’altra menzogna o creando un altro debito ancor maggiore per il futuro al fine di poter proseguire oggi nella propria linea di condotta. Fino ad ora pare che questo secondo modo di affrontare la realtà abbia avuto un gran successo e coloro che lo praticano sembrano destinati a salire in alto ed a restarci in eterno. Ma non sarà così.

L’apocalisse di Giovanni dice:

Apocalisse 9:20 Il resto dell’umanità che non perì a causa di questi flagelli, non rinunziò alle opere delle sue mani; non cessò di prestar culto ai demòni e agli idoli d’oro, d’argento, di bronzo, di pietra e di legno, che non possono né vedere, né udire, né camminare;

Apocalisse 9:21 non rinunziò nemmeno agli omicidi, né alle stregonerie, né alla fornicazione, né alle ruberie.

Mi pare rifletta con proprietà il contesto attuale in cui ci troviamo.

http://claudiodellavalle.wordpress.com/2011/04/03/il-peso-della-verita/


Nessun commento:

Posta un commento