2010 manifestazione a sostegno e ringraziamento dei bombardamenti, anche quello di Dresda!Notare le bandiere "unite"!waa
di Thomas Brookes (2008)[1]
Come circa 500.000 tedeschi vennero “democraticamente” sterminati in una notte
I  mentitori professionali che agiscono per conto dell’Industria  dell’Olocausto e della storiografia ufficiale della Repubblica Federale  di Germania, hanno ridotto senza vergogna il tasso di mortalità  dell’olocausto di Dresda di diverse centinaia di migliaia. D’altro lato,  nessuno contesta il fatto che più di 12.000 edifici nel centro della  città vennero ridotti in polvere durante l’infernale tempesta di fuoco.  Considerando che, oltre ai 600.000 abitanti di Dresda, altre 600.000  persone (profughi provenienti da Breslau) avevano trovato rifugio in  questa città sovraffollata, si può tranquillamente presumere che ognuno  di questi 12.000 edifici conteneva non meno di 50 persone. Ma di questi  edifici non è rimasto praticamente nulla, e le persone che vi erano  alloggiate vennero ridotte in cenere da un calore di 1.600 gradi  Celsius.
I  negazionisti dell’Olocausto Tedesco affermano spudoratamente che a  Dresda morirono solo 35.000 persone. Considerato che venne distrutta una  superficie di chilometri 7x4, vale a dire di 28 chilometri quadrati, la  suddetta cifra “politicamente corretta” significherebbe che sarebbero  morte meno di 1.5 persone ogni mille metri quadrati! Nel Febbraio del  2005, una commissione di storici “seri” ridusse ulteriormente tale  cifra, affermando che a Dresda erano stati uccisi solo 24.000 tedeschi.  Ma chiunque conosca il carattere del sistema politico tedesco sa che  questi “storici seri” non sono nient’altro che volgari falsari della  storia, pagati per impedire l’emergere della verità con menzogne sempre  più sfacciate.
La  cifra delle 35.000 vittime rappresenta solo la piccola parte delle  vittime che poterono essere identificate con certezza. Erhard Mundra,  membro del “comitato Bauzen” (un’associazione di ex prigionieri politici  della Repubblica Democratica Tedesca) scrisse sul quotidiano Die Welt (in data: 12.2.1995, a p. 8) che “secondo  l’ex funzionario del distretto militare di Dresda, nonché tenente  colonnello in pensione del Bundeswehr, D. Matthes, 35.000 vittime furono  identificate con certezza, e altre 50.000 vennero parzialmente  identificate, mentre ulteriori 168.000 non poterono essere identificate”.  Non c’è bisogno di dire che gli sventurati bambini, donne e anziani che  vennero ridotti in cenere dalla tempesta di fuoco non poterono  parimenti essere identificati.
Nel 1955, l’ex Cancelliere della Germania Ovest Konrad Adenauer dichiarò: “Il 13 Febbraio del 1945 l’attacco alla città di Dresda, che era sovraffollata di profughi, provocò circa 250.000 vittime” (Deutschland heute, edito dall’ufficio stampa e informazioni del governo federale, Wiesbaden, 1955, p. 154).
Nel 1992, la municipalità di Dresda diede la seguente risposta ad un cittadino che aveva chiesto il tasso di mortalità: “Secondo le informazioni attendibili della polizia di Dresda, fino al 20 Marzo [del 1945] vennero  trovati 202.040 morti, la maggior parte dei quali donne e bambini. Solo  circa il 30% di loro potè essere identificato. Se teniamo conto dei  dispersi, sembra realistica una cifra tra le 250.000 e le 300.000  vitttime” (lettera di Hitzscherlich, datata 31.7.1992).
All’epoca  dell’attacco, Dresda non aveva artiglieria anti-aerea e nessuna difesa  militare. Non aveva nessuna industria militare. La città fungeva da  rifugio per i profughi provenienti da Est. I tetti vennero segnati con  una croce rossa.
Le città tedesche furono ridotte a enormi crematori
In  quella notte orribile tra il 13 e il 14 Febbraio del 1945, il più  grande criminale di guerra di tutti i tempi – Winston Churchill – fece  sganciare su Dresda quasi 700.000 bombe incendiarie – vale a dire una  bomba ogni due abitanti. Il 3 Marzo del 1995, Die Welt commentò questo fatto: “Quando  le città diventarono dei crematori…Il professor Dietmar Hosser  dell’istituto per i materiali da costruzione: le costruzioni massicce e i  materiali anti-incendio rendono assai probabile che la temperatura a  livello del suolo abbia raggiunto fino a 1.600 gradi Celsius”.
La “liberazione” mortifera che venne dai cieli
Il genocidio della nazione tedesca distrusse “l’80% di tutte le città detesche con più di 100.000 abitanti”. Le forze aeree dei criminali di guerra Alleati sganciarono “40.000  tonnellate di bombe nel 1942, 120.000 tonnellate nel 1943, 650.000  tonnellate nel 1944 e altre 500.000 tonnellate negli ultimi quattro mesi  di guerra del 1945” (Die Welt, 11 Febbraio del 1995, p. G1).
Non furono i tedeschi a iniziare i bombardamenti!
Va  ricordato che furono l’Inghilterra e la Francia a dichiarare guerra al  Reich tedesco, il 3 Settembre del 1939, e che fu l’Inghilterra a  iniziare i bombardamenti terroristici contro la popolazione civile  tedesca, solo due giorni dopo la dichiarazione di guerra. I primi raid  vennero effettuati il 5 Settembre del 1939 contro Wilhelmshaven e  Cuxhaven; il 12 Gennaio del 1940 venne bombardata Westerland/Sylt. Due  settimane dopo, il 25 Gennaio, il comando supremo della Wehrmacht proibì  i raid aerei contro l’Inghilterra, inclusi i porti, ad eccezione  dell’area portuale di Rosyth. Il 20 Marzo, vennero attaccate Kiel e  Hörnum/Sylt, con bombe incendiarie che colpirono e distrussero un  ospedale. Nell’Aprile del 1940, i bombardieri inglesi attaccarono altre  città prive di importanza militare. L’11 Maggio del 1940, il giorno dopo  essere stato nominato Primo Ministro e Ministro della Difesa, Winston  Churchill decise di ordinare una massiccia offensiva aerea contro la  popolazione civile tedesca, senza informare l’opinione pubblica del  proprio paese di tale decisione. Il 18 Maggio del 1940, la Wehrmacht  riferì di ulteriori attacchi inglesi verso obbiettivi non militari e  ammonì l’Inghilterra delle conseguenze.
Il  primo attacco della Luftwaffe contro una città inglese – Coventry, con  la sua importante industria militare – non avvenne prima del 14/15  Novembre del 1940. Ciò accadde diversi mesi dopo l’inizio dei  bombardamenti terroristici inglesi contro obbiettivi civili della  Germania. Il raid fece circa 600 vittime.
L’esperto di guerra aerea Sönke Neitzel conclude: “E’  indiscutibile che durante i primi anni di guerra tutti gli attacchi  pesanti della Luftwaffe contro lo città vennero pianificati come colpi  militari e non possono essere definiti raid terroristici” (Därmstadter Echo, 25.9.2004, p. 4).
Nel  Settembre del 1988, degli storici militari provenienti da cinque paesi  si incontrarono in un convegno a Friburgo. L’evento era stato  organizzato dall’Istituto di Ricerca Militare del Bundeswehr. Nel corso  di una settimana, specialisti americani, inglesi, tedeschi, francesi e  italiani discussero vari aspetti della guerra aerea della seconda guerra  mondiale. Dopo il convegno, il quotidiano Frankfurter Allgemeine  pubblicò un articolo dettagliato e molto interessante. Sotto il titolo  “Bombardare le città”, l’autore – il professor Günther Gilessen –  scrisse: “E’ un fatto straordinario che la Wehrmacht si attenne fino  alla fine ai principi tradizionali della guerra limitata, mentre le due  democrazie occidentali ricorsero a un tipo di guerra aerea spietato,  radicale e rivoluzionario”. Un’altra interessante conclusione cui arrivarono gli storici è la seguente: “E’  incontestabile che i principi del diritto internazionale proibiscono i  bombardamenti strategici totali…Gli storici hanno considerato i  bombardamenti indiscriminati come un abominio, ma si sono rifiutati di  attribuirne tutta la colpa al Maresciallo dell’Aria Sir Arthur Harris, o  al Comando Bombardieri. Secondo loro, l’intero staff della RAF, ma  ancora di più i leader politici, specialmente Churchill e Roosevelt,  oltre alla maggioranza dei loro popoli, condivisero il peso della colpa”.
Churchill voleva arrostire i profughi tedeschi
Il  13 Febbraio del 1990, quarantacinque anni dopo la distruzione di  Dresda, lo storico inglese David Irving parlò al “Kulturpalast” di  Dresda. Nel suo discorso, Irving citò il criminale di guerra Winston  Churchill: “Non voglio nessun suggerimento su come distruggere  obbiettivi militarmente importanti vicino a Dresda. Voglio suggerimenti  su come possiamo arrostire i 600.000 profughi che si sono rifugiati da  Breslau a Dresda”. Ma per Churchill, arrostire i tedeschi non era  abbastanza. Il mattino successivo ai bombardamenti, ordinò ai suoi  “Tiefflieger” (aerei mitragliatori, che volavano a bassa quota) di  mitragliare i sopravvissuti sulle rive dell’Elba.
La  sistematica guerra di sterminio di Churchill contro il popolo tedesco  includeva piani per la distruzione di ogni edificio in tutte le città  tedesche. “Se bisogna farlo, speriamo di riuscire a distruggere praticamente tutti gli edifici di tutte le città tedesche”. Nel  Marzo del 1945, Churchill iniziò a dubitare dell’assennatezza di  bombardare le città tedesche “solo con lo scopo di aumentare il  terrore”, ma il terrore continuò” (Die Welte, 11 Febbraio 2005, p. 27).
La classe dirigente tedesca accusa le vittime
Mentre  il macellaio Churchill sentiva in realtà qualche timido rimorso per la  sua guerra di sterminio contro la popolazione civile tedesca, la  riprovevole classe dirigente tedesca postbellica lo insignì ad Aachen  del Karlspreis (Premio Carlo Magno). Churchill accettò questo  premio a Aachen, una delle innumerevoli città che la sua aviazione aveva  devastato, bruciando perciò vivi innumerevoli esseri umani.
Da  allora, la classe dirigente dello stato vassallo tedesco non è  cambiata. Essa continua a elogiare gli assassini e a insultare le  vittime. Alla vigilia del cinquantesimo anniversario della distruzione  della propria città, il sindaco di Dresda, Ingolf Rossberg, non si  peritò di riversare insulti sulle vittime dell’olocausto tedesco;  praticamente giustificò l’omicidio di centinaia di migliaia di persone  (di cui la maggior parte era costituita da donne, bambini, e soldati  feriti negli ospedali) oltre alla distruzione di insostituibili tesori  d’arte: “60 anni dopo i bombardamenti devastanti, che fecero decine  di migliaia di vittime, il sindaco Ingolf Rossberg ha ammonito contro  l’equivoco di Dresda quale “città innocente” (Die Welt, 12 Febbraio 2005, versione internet).
Così  parlò il sindaco di una città che aveva accolto flussi di persone, di  animali e di convogli come una madre premurosa. Le strade e le piazze di  Dresda erano piene di profughi, i prati e i parchi erano stati  trasformati in enormi campi di accoglienza. Quando arrivò l’ora fatale,  vivevano a Dresda circa 1.130.000 persone. Il risultato di questi  attacchi fu anche più micidiale dei bombardamenti atomici di Hiroshima e  di Nagasaki.
 Kurt  Vonnegut era a Dresda quando la città fu distrutta nel 1945. Basandosi  sulla sua esperienza personale,scrisse Mattatoio n°5, il romanzo che gli  valse la notorietà internazionale.
Kurt  Vonnegut era a Dresda quando la città fu distrutta nel 1945. Basandosi  sulla sua esperienza personale,scrisse Mattatoio n°5, il romanzo che gli  valse la notorietà internazionale.
Nel  1945, Kurt Vonnegut fu testimone di una efficace imitazione del  Vesuvio: il bombardamento incendiario,da parte degli Alleati, di Dresda,  la città della Germania Orientale, durante gli ultimi mesi della  seconda guerra mondiale. Dopo l’esplosione di 600.000 bombe incendiarie,  la città appariva come una superficie lunare. Ritornando a casa, a  Indianapolis, dopo la guerra,Vonnegut iniziò a scrivere brevi storie.  Infine, nel 1969,affrontò l’argomento della guerra, e la sua esperienza  come prigioniero di guerra a Dresda, costretto a estrarre cadaveri dalle  macerie. Il libro fu messo al bando in diversi stati, e bollato come  uno strumento del diavolo in Nord Dakota. In Mattatoio N°5, racconta di  come sfuggì per un pelo alla morte, proprio nel bombardamento di Dresda.  “Sì, da parte dei nostri [gli inglesi], direi. Voi, ragazzi, l’avete  ridotta in cenere, trasformata in una sola colonna di fuoco.Sono morte  più persone lì, nella tempesta di fuoco,in quell’unica grande fiamma,  che a Hiroshima e a Nagasaki messe assieme” (Intervista concessa a The  Independent, Londra, 20.12.2001, p. 19).
Solo le vittime tedesche sono colpevoli, non i loro assassini!
Come  gli storici americani, inglesi, tedeschi, francesi e italiani  accertarono al convegno di Friburgo del 1988, non sono solo criminali di  guerra come Churchill e Roosevelt a portare la responsabilità delle  peggiori atrocità della storia. Anche la maggioranza della popolazione  inglese e americana non era immune da colpa.
Il settimanale tedesco Der Spiegel affermò (1/1995): “Vennero uccisi circa sei milioni di tedeschi”. In realtà, la cifra reale era di circa 15 milioni. Ma nonostante il fatto che anche una rivista come Der Spiegel ammetta che sei milioni di tedeschi vennero messi a morte, la classe dirigente tedesca piange solo le vittime ebree.
Il 12 Febbraio del 1995, Ernst Cramer scrisse su Die Welt (p. 12): “Quando si commemorano le vittime, dovremmo smettere di chiederci chi è colpevole”.  E cosa ebbe da dire, il politicamente super-corretto ex presidente  tedesco, Roman Herzog, su chi si rese colpevole del genocidio tedesco?  Parlando a Dresda il 13 Febbraio del 1995, Herzog scelse di insultare le  vittime affermando: “E’ insignificante discutere se i bombardamenti,  la cui disumanità nessuno contesta, erano legalmente giustificati o no.  A che servono queste discussioni, considerato che sono passati  cinquant’anni?” (Frankfurter Allgemeine Zeitung, 14 Febbraio 1995, p. 1).
Ma  quando si arriva al tasso di mortalità mostruosamente esagerato di  Auschwitz (secondo il noto giornalista Fritjof Meyer, tre milioni e  mezzo di vittime di Auschwitz vennero semplicemente inventate per  denigrare il popolo tedesco) i professionisti dell’ipocrisia e della  menzogna non dicono mai: “E’ insignificante discutere questo…A che  servono queste discussioni, considerato che sono passati così tanti  anni?”. In realtà, tutti i principali politici tedeschi dicono che la  Germania è colpevole per l’eternità. Persino i tedeschi non ancora nati  sono colpevoli!
Due pesi e due misure
Ricapitoliamo:  nemmeno i responsabili negano che le città tedesche vennero ridotte a  crematori durante la seconda guerra mondiale. Il quantitativo totale  delle bombe sganciate sulle città tedesche è stato confermato dagli  stessi criminali, ed è quindi credibile. Che sei milioni di tedeschi  siano stati uccisi, è stato confermato dallo Spiegel e dalle  statistiche ufficiali, sebbene la cifra reale sia di circa 15 milioni.  Eppure, ogni mentitore in circolazione ha a quanto pare il diritto di  affermare che i bombardamenti terroristici degli Alleati fecero solo una  manciata di vittime. Questi spudorati falsificatori della storia non  hanno nulla da temere dalla giustizia tedesca.
Il più grande sterminio della storia
I  “democratici”, che affermano di aver “liberato” il popolo tedesco da  Hitler, non hanno portato nient’altro che terrore e distruzione. A  Dresda, uccisero diverse centinaia di migliaia di persone in una sola  notte d’inferno e distrussero innumerevoli tesori d’arte. Le donne che  stavano partorendo i propri figli, nelle sale parto degli ospedali in  fiamme, si buttarono fuori dalle finestre, ma nel giro di pochi minuti,  queste madri con i loro bambini, ancora appesi al cordone ombelicale,  furono anch’essi ridotti in cenere. Migliaia di persone che le bombe  incendiarie avevano trasformato in torce umane si buttarono negli  stagni, ma il fosforo continuava a bruciare anche nell’acqua. Anche gli  animali dello Zoo, gli elefanti, i leoni e gli altri, cercavano  disperatamente l’acqua, come gli umani. Ma tutti loro, il neonato, la  madre, il vecchio, il soldato ferito e l’animale innocente dello Zoo e  della stalla, morirono in modo orribile in nome della “liberazione”.
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Welt am Sonntag, 5 Febbraio 1995, p. 23: 
“La distruzione di Dresda fu il risultato della furia cieca e dell’odio! Bomber Harris disse: “Dresda? 
Un luogo con questo nome non esiste più”” | 
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Die Welt, 3 Marzo 1995, p. 8: 
Nella tempesta di fuoco le persone vennero trasformate in cenere 
Nel  centro della città, in un’area densamente popolata di 15 chilometri  quadrati, la tempesta di fuoco non risparmiò un solo edificio. Il fuoco venne provocato da 650.000 bombe incendiarie e continuò a infuriare per due giorni e due notti.  Nel centro della città, l’asfalto bruciava. Il giorno seguente,  l’uragano era ancora così forte che uno studente turco sentì la sua  forza persino su un ponte sopra il fiume Elba: “Un gigantesco uragano  provocato dal fuoco infuriò sull’Elba. Dovemmo strisciare sul ponte e  aggrapparci alla ringhiera per evitare di essere trascinati via dal  vento”. Per evitare il panico generale tra la popolazione tedesca,  Goebbels menzionò un tasso di mortalità di 40.000 persone, anche se  aveva ricevuto un rapporto dal vice-capo dell’ufficio della propaganda a  Dresda secondo cui la cifra reale era tra le 350.000 e le 400.000  vittime…Persino dopo la guerra le considerazioni politiche impedirono  una valutazione obbiettiva del numero delle vittime. Cifre troppo alte  rovinavano l’idea della riconciliazione…Sarebbe molto ingenuo pensare  che i propagandisti nazisti fossero interessati a esagerare il tasso  della mortalità…Poiché i bombardamenti alleati avevano lo scopo  dichiarato di spezzare il morale della popolazione civile, ogni  esagerazione propagandistica della cifre reali avrebbe solo aumentato  tale effetto. | 
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Die Welt, 3 Marzo 1995, p. 8: 
Le città tedesche furono ridotte a giganteschi crematori 
Nella  piazza Altmarkt di Dresda, tre metri sotto il livello del suolo,  vennero portate alla luce delle cantine il cui strato originario di  arenaria, era diventato traslucido, passando dal bianco-beige al rosso.  In parte le pietre si erano “smerigliate”…L’archoelogo berlinese Uwe  Müller ha detto: “Da quello che possiamo vedere la temperatura deve aver  toccato un punto tra i 1.300 e i 1.400 gradi Celsius e l’area  interessata era priva di ossigeno…In superficie la temperatura deve  essere stata molto più alta, almeno di 1.600 gradi Celsius…Gli esseri  umani vennero trasformati in cenere. | 
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Winston Churchill: 
“Dovete capire che questa guerra non è contro Hitler o contro il nazionalsocialismo, ma contro la forza del popolo tedesco, che deve essere stroncato una volta per tutte, a prescindere che sia nelle mani di Hitler o di un gesuita”. 
Emrys Hughes, Winston Churchill – His Career in War and Peace, p. 145. | 
[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo cliccando QUI
In verde testi di Olotruffa. Colore, foto, evidenziatura, grassetto, sottolineatura, NON sono parte del testo originale.WaA
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