venerdì 10 settembre 2010

Piedigrotta”, cos’era e chi l’ha uccisa



















La FESTA DI PIEDIGROTTA
è una festa popolare di Napoli con origini antichissime e precristiane.
Voglio proporvi questo interessante articolo del bravo Angelo Forgione che con accurato revisionismo storico ha portato alla luce verità nascoste su l'importanza di questa festa per noi Napoletani e sulla sua morte.
Nasce come contorno al pellegrinaggio settembrino verso Santa Maria di Piedigrotta dove si celebrava la ''serenata alla Madonna'' ..da bambina mi affascinavano e mi incuriosivano sempre più i racconti di mia madre che ricordava con nostalgia quando da piccolina si usava nel periodo di Piedigrotta sfilare con vestitini di carta crespa colorata. Una gran festa di musica e ''tarantella'', la sfilata di carri allegorici sul lungo mare ed un occasione per lanciare le classiche canzoni napoletane che come sappiamo poi hanno girato il mondo
Poi ne ho sentite tante col passare degli anni, dalla natura orgiastica alla leggenda della Madonna.... Ringrazio Angelo per l'approfondimento di questo rito ormai scomparso nella sua autenticità, e chissà, potremmo scoprire insieme nuove e ulteriori testimonianze di una festa che mi appartiene ma personalmente non ne ho mai colto la vera essenza..
Lidia



Origini e fine della festa più bella del mondo

di Angelo Forgione

Cos’è questa “Piedigrotta” silente e agonizzante, riesumata qualche anno fa per offrirla agli operatori turistici snaturandola sempre più del suo significato? Lo scorso anno esplose il “botto” di Elton John, il baronetto-meteora che, per un compenso record, in una mezza giornata era giunto a Napoli, aveva suonato per i suoi fans al Plebiscito per poi ripartire al volo. Così si è ucciso l’ultimo ricordo oltre che la tradizione, ormai sbiadita e difficilmente recuperabile alle nuove generazioni. Meglio una “notte bianca” napoletana dove l’ingaggio della star internazionale poteva calzare a pennello senza svilire una leggenda che non può essere marchio, brand commerciale. E le contrapposizioni politiche hanno portato oggi anche al fallimento dell’ultimo tentativo di stampo “bassoliniano” che il nuovo vento di Palazzo Santa Lucia ha ridotto alle sole celebrazioni religiose e allo spettacolo pirotecnico. “Piedigrotta” muore e rivive, e poi spira nuovamente con Napoli e le sue tradizioni più belle.

Dici “Piedigrotta” e pensi ai carri e alle canzoni, ma la festa è ben altra cosa rispetto a come la conosciamo nella sua veste di inizio novecento. Un appuntamento che ha origini lontanissime nei secoli e che per anni è stato la festa più famosa al mondo, ciò che oggi sono il carnevale di Rio e l’Oktoberfest di Monaco di Baviera. Fu meta dei ricchi turisti del “Gran Tour” a cavallo tra sette e ottocento che godevano dal vivo di quella che fu in quel periodo anche “festa nazionale delle Due Sicilie”. Per questo, in molti pensano che la “Piedigrotta” nasca in epoca borbonica, ma in realtà ha origini antichissime e precristiane. La teoria più diffusa è che si tratti di celebrazioni dei riti orgiastici in onore al culto di Priapo ma, come spiega Maurizio Ponticello nel suo libro “I Misteri di Piedigrotta” edito da Controcorrente, si tratterebbe di un pretesto denigratorio per imbavagliarla e denigrarla. I segni “satanici” che riconducono a Priapo sono noti e non farebbero parte della vera tradizione di Piedigrotta. Più plausibile che la divinità collegata ai festeggiamenti della festa sia Dioniso al quale, nel mondo antico greco che pure ha dato origini a Napoli, erano dedicate le feste di vendemmia d’autunno. Ed è lo stesso Ponticello a fornir prova che le danze in onore di Dioniso e la stessa tarantella, più tardi inventata e adottata nelle festa, conservano gli stessi movimenti.

Ma andando ancor più all’origine e ai significati esotericia dei culti di Piedigrotta, si scopre che essa è con molta probabilità legata alla celebrazione dei misteri del Sole e del culto mitriaco legati al mito di Virgilio, di Napoli patrono prima di San Gennaro e mago ancora prima che letterato.
Nel sedicesimo secolo viene infatti recuperato nel centro esatto della Crypta Neapolitana del “Parco Vergiliano”, alle spalle del santuario della Madonna di Piedigrotta, un bassorilievo del culto mitriaco, oggi visibile al Museo Archeologico Nazionale, in cui sono riportate le simbologie poi riprese nel corso del tempo dal Cristianesimo che avrebbe appunto “usato” Priapo per sovrapporre alla festa la simbologia dello stesso santuario e dell’apparizione della Madonna ai pescatori. Ed è proprio nel cuore della Crypta che confluivano le primissime processioni, nella cavità posillipina nel cui centro giunge un raggio di sole solo due volte all’anno, in occasione degli equinozi di primavera e di autunno.

Piedigrotta si è trasformata continuamente nei secoli, mistificata dalle bugie e le menzogne che nel tempo si sono accavallate e che ne hanno cancellato le origini e mutato lentamente i suoi connotati. Sovrapposizioni religiose e dinastiche dei vari regnanti hanno cavalcato la festa; il popolo, da protagonista, ne è divenuto man mano semplicemente spettatore. I carri erano del popolo, i canti erano del popolo; elementi caratteristici che sono stati sottratti ai veri protagonisti.

Come detto, la festa si sposa nel settecento con la Napoli fulgida Capitale europea quando la vittoria di Carlo di Borbone a Velletri contro gli austriaci nel 1744 regala ai Regni di Napoli e Sicilia l’indipendenza. L’8 Settembre diventa “festa Nazionale delle Due Sicilie e dell’esercito”. Da allora “Piedigrotta” diviene l’appuntamento per stringersi attorno alla Nazione Napoletana, una celebrazione ben organizzata e ricca di sfarzose parate militari. È un’occasione unica per il popolo della città e delle province per unirsi alla nobiltà e alla corte nei festeggiamenti per le strade, insieme ai turisti che giungevano per toccare con mano ciò di cui si sentiva parlare in tutto il continente.

Con la risalita dei mille di Garibaldi e con l’unità d’Italia, la festa paga il significato che assume durante il regno borbonico. Garibaldi entra a Napoli proprio in piena Piedigrotta del 1860 e quella dell’anno seguente è l’ultima vera festa. I Savoia, infatti, la sospendono nel 1862 dopo aver soppresso tutti i conventi e confiscato i beni mobili e immobili della chiesa, compreso il santuario di Piedigrotta i cui canonici vengono liquidati con un modesto vitalizio.

La festa rinasce qualche decennio più tardi ma, in quanto rito, conosce paradossalmente la sua fine con l’avvento del fiorente business delle industrie discografiche poiché viene convogliata in un canale di canzoni che sostituiscono i canti del popolo. Così Napoli guadagna il suo grande patrimonio musicale ma perde definitivamente la vera essenza della sua famosa festa. I carri, una volta spogli e allestiti sobriamente coi prodotti della terra dagli abitanti delle zone limitrofe che confluivano a Napoli per i festeggiamenti, diventano nel 1894 i carri allegorici a soggetto di carta pesta. Il popolo non sfila e non canta più, ed è così che perde il suolo ruolo di protagonista. Seppur lentamente, la festa finisce col perdere definitivamente i suoi connotati e la sua importanza, le sue tradizioni e il suo fascino. E arriva qui, all’equivoco Elton John che con Piedigrotta proprio nulla c’entra se non per cancellarne definitivamente la memoria collettiva e decretarne un nuovo requiem.

Tratto da: http://www.facebook.com/photo.php?pid=30835282&id=1491541738&comments=&alert=#!/photo.php?pid=30835282&o=all&op=1&view=all&subj=304568149154&id=1491541738

A completamento:

Maurizio Ponticello e I Misteri di Piedigrotta

http://www.youtube.com/watch?v=5ZXRnzQchh0
http://www.youtube.com/watch?v=LAnr8jw_OB4&NR=1

GARIBALDI A NAPOLI, Il ruolo della camorra e la fine di "Piedigrotta" e del Regno delle Due Sicilie

http://www.youtube.com/watch?v=5ZXRnzQchh0

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