venerdì 28 maggio 2010

Hitler non volveva la guerra


Hitler non voleva la guerra. La Seconda Guerra Mondiale fu imposta alla Germania.
La Polonia fu incoraggiata ad attaccare la Germania dalle promesse dell’Ambasciatore Britannico Sir Howard William Kennard e dell’Ambasciatore Francese Leon Noel.
Promisero incondizionatamente che l’Inghilterra e la Francia sarebbero arrivate in aiuto immediato alla Polonia in caso di guerra con la Germania; quindi non importava ciò che facesse la Polonia per provocare la Germania, in quanto aveva l’assicurazione da parte di Inghilterra e Francia.
Forte di questa garanzia, la Polonia iniziò a comportarsi crudelmente. Inoltre Kennard e Noel lusingarono la Polonia facendole credere di essere una grande potenza. Come un detto cinese dice: “Puoi lusingare un uomo a tal punto da convincerlo a saltare giù dal tetto “. Essi sabotarono gli sforzi di quei dirigenti politici polacchi che volevano una politica di amicizia con la Germania (1).
La Polonia impartì il primo colpo ed Hitler annunciò: “Dall’alba di oggi, stiamo rispondendo al fuoco” mentre parlava al Reichstag il 1° Settembre 1939. “Rispondere al fuoco ” non è un termine usato da un aggressore (2). Quando Hitler attaccò, Donald Day disse che la Polonia aveva avuto ciò che si meritava. Nessuno dei paesi confinanti con la Polonia se ne dispiacque. La Polonia aveva condotto una politica di terrore. I cittadini di origine tedesca che vivevano sul suolo tedesco che fu ceduto alla Polonia alla fine della Prima Guerra Mondiale in base al Trattato di Versailles, furono maltrattati in modo tale che 2 milioni di loro abbandonò la regione per andare in Germania o altrove (3). Furono cacciati da quella che fu la loro patria molto tempo prima della Prima Guerra Mondiale.
Leon Degrelle, un giovane leader politico belga degli anni 30 e che in seguito si unì alla più battagliera unità combattente di Hitler, le Waffen SS, con oltre 400.000 volontari composti da europei non tedeschi, disse: “Di tutti i crimini della Seconda Guerra Mondiale, non si sente mai parlare dei rudi massacri che avvennero appena prima della guerra. Migliaia di uomini tedeschi, donne e bambini furono massacrati in modi orribili da facinorosi istigati dalla stampa. Hitler decise di fermare questo macello e irruppe per andare in soccorso ” (4). I ragazzi tedeschi, quando erano fatti prigionieri dai polacchi, venivano castrati (5).
William Joyce, soprannominato Lord Haw Haw dalla propaganda britannica, divenne cittadino tedesco e parteggiò per la causa tedesca. Egli descrisse le condizioni dei tedeschi che vivevano in Polonia in seguito al Trattato di Versailles:
“Gli uomini e le donne tedesche venivano cacciati come bestie selvagge per le strade di Bromberg. Quando venivano catturati, venivano mutilati e fatti a pezzi dalla folla polacca. Ogni giorno il massacro aumentava. Migliaia di tedeschi partivano dalle loro case in Polonia con solo i vestiti addosso. Inoltre non vi era alcun dubbio che l’esercito polacco stesse preparando i piani per il massacro di Danzica. Nelle notti tra il 25 ed il 31 Agosto 1939, ci furono, oltre a innumerevoli attacchi a civili di sangue tedesco, ben 44 atti perfettamente autenticati di violenza armata contro tedeschi e loro proprietà. Nella notte del 31 Agosto un gruppo di disperati polacchi occuparono la stazione di trasmissioni radiofoniche tedesche di Gleiwitz. A meno che le truppe tedesche fossero entrate subito, era chiaro che nessun uomo, donna o bambino di sangue tedesco all’interno del territorio polacco poteva aspettarsi di evitare la persecuzione o la morte (6)”.
A causa degli atti atroci commessi dalla Polonia nei confronti del popolo tedesco, Hitler disse all’Ambasciatore Britannico Sir Neville Henderson, il 25 Agosto 1939; “Le provocazioni della Polonia sono diventate intollerabili ” (7).
Quindi fu la Polonia a colpire per prima e non la Germania. Il primo colpo fu importante per gli Stati Uniti nella sua guerra col Giappone. Diede agli USA il diritto e la giustificazione di fare ciò che era necessario per sconfiggere i giapponesi. Ma la Germania non aveva questo diritto con la Polonia nemmeno dopo che questa ebbe sferrato il primo colpo. Quale persona di buon senso, se conoscesse i veri avvenimenti nella situazione polacca, potrebbe biasimare Hitler per il suo attacco di risposta alla Polonia? Questa meritava esattamente ciò che la Germania le stava rendendo in contropartita. Non appena Hitler iniziò a proteggere il popolo tedesco all’interno della Polonia, egli era pronto a cessare le ostilità ed iniziare le trattative di pace.
Il principe Strdza racconta:
“Solo poche ore dallo scoppio delle ostilità fra la Germania e la Polonia, Mussolini, rinnovando i suoi sforzi per la pace, propose a tutte le potenze interessate un’immediata sospensione delle azioni belliche e l’immediata convocazione di una conferenza fra le grandi potenze, alla quale avrebbe partecipato anche la Polonia. Le proposte di Mussolini furono sollecitamente accettate da tutti i governi interessati, tranne che dalla Gran Bretagna “. (8)
Prima che la guerra scoppiasse, l’Ambasciatore britannico a Berlino, Sir Neville Henderson, il 30 Agosto 1939, disse nel suo rapporto finale circa le basi proposte dalla Germania per le trattative:
“Quelle proposte dopo tutto non sono irragionevoli “.
Anche Pierre e Renee Gosset, nel loro libro totalmente anti-tedesco, intitolato Hitler, affermano:
“Fu una proposta estremamente moderata. Era infatti un’offerta che nessun statista alleato avrebbe potuto rifiutare in buona fede ” (9).
Nel Gennaio 1941 Hitler fece enormi sforzi per arrivare ad un accordo di pace con l’Inghilterra, facendo offerte generose. Egli offrì, se l’Inghilterra avesse assunto un atteggiamento neutrale, di ritirarsi da tutto il territorio francese, di lasciare l’Olanda e il Belgio, di evacuare la Norvegia e la Danimarca e di sostenere le industrie francesi ed inglesi comperando i loro prodotti. La sua proposta aveva altri punti favorevoli per l’Inghilterra e l’Europa Occidentale. Ma i leaders inglesi non volevano la pace. Volevano la guerra. Non festeggiarono forse la loro dichiarazione di guerra ridendo, scherzando e bevendo birra ? (10).
Hitler permise agli inglesi di evacuare Dunkerque.
Egli non voleva combattere contro l’Inghilterra. Il generale tedesco Blumentritt spiegò perché Hitler permise agli inglesi di fuggire:
“Hitler ci stupì parlando con ammirazione dell’impero inglese, nella necessità della sua esistenza e della civilizzazione che la Gran Bretagna aveva portato nel mondo.
Egli fece notare, con una scrollata di spalle, che la creazione dell’impero fu raggiunta per mezzo di sistemi spesso duri, ma “dove ci sono cantieri c’è polvere”. Egli paragonò l’impero britannico alla chiesa cattolica affermando che erano entrambi elementi essenziali di stabilità nel mondo. Disse che tutto ciò che lui chiedeva all’Inghilterra era il riconoscimento tedesco sul continente europeo. La restituzione delle colonie tedesche sarebbe stato auspicabile ma non essenziale ed avrebbe perfino offerto il suo sostegno militare all’Inghilterra se questa fosse stata coinvolta in qualsiasi genere di problema, ovunque. ” (11).
L’affermazione di Blumentritt non è la sola nota in merito alle speranze di pace e di amicizia di Hitler con l’Inghilterra. Il celebre esploratore svedese Sven Hedin fece osservare la scompiglio che creò in Hitler il rifiuto inglese di accettare le suo offerte di pace: Hitler “riteneva di aver ripetutamente teso la mano della pace e dell’amicizia agli inglesi ma che questi ogni volta gli rispondevano con un pugno in un occhio “.
Hitler disse: “La sopravvivenza dell’impero inglese è negli interessi della Germania perché se l’Inghilterra perdesse l’India, noi non ci guadagneremmo niente ” (12).
Harry Elmer Barnes afferma che Hitler perse la guerra perché era troppo buono.
Mentre la teoria della diabolicità di Hitler è generalmente accettata, ci sono persone molto bene informate che asseriscono che egli portò se stesso e la Germania alla rovina perché troppo tenero, generoso e onorevole, piuttosto che duro e senza pietà. Esse puntano alle seguenti considerazioni: egli fece una vera e propria offerta di pace all’Inghilterra il 25 Agosto 1939; permise agli inglesi di salvarsi a Dunkerque onde incoraggiare la Gran Bretagna a fare la pace e tutto questo gli costò più tardi la guerra in Nord Africa; non riuscì ad occupare tutta la Francia, a prendere tutto il Nord Africa e a dividere l’impero inglese. Perse la Battaglia d’Inghilterra non volendo adottare la selvaggia barbarie militare che ebbe un ruolo fondamentale nella vittoria Alleata.
Egli ritardò il suo attacco alla Russia ed offrì a Molotov ampie concessioni nel Novembre del 1940 per mantenere la pace fra la Russia e la Germania. Perse la guerra con la Russia ritardandone l’invasione in seguito al suo impegno di tirare fuori dai guai Mussolini nel suo stupido attacco alla Grecia. Infine dichiarò guerra agli Stati Uniti per mantenere la parola data al Giappone il quale aveva già dimostrato di non meritare una tale lealtà e considerazione da parte di Hitler (13).
La dettagliata descrizione di David Irving circa la stima di Hitler per la Gran Bretagna conferma ciò che altri avevano già detto circa l’intenzione di Hitler di non aggredire l’Inghilterra:
“Per 20 anni Hitler aveva sognato un’alleanza con l’Inghilterra. Fino a guerra inoltrata egli rimase attaccato a questo sogno con la vana e ridicola tenacità di un amante che non vuole ammettere di non essere corrisposto. Come disse Hitler al Magg. Quisling il 18 Agosto 1940: dopo aver fatto una proposta dietro l’altra agli inglesi circa la riorganizzazione dell’Europa, mi trovo ora costretto contro la mia volontà a combattere questa guerra contro l’Inghilterra.”
Questa era il dilemma con il quale Hitler si confrontava in quell’estate. Egli esitò a schiacciare gli inglesi. Non intendeva impegnarsi a programmare un’invasione. Addirittura tenne alla briglia la Luftwaffe e proibì ogni attacco su Londra, pena la corte marziale.
Il bombardamento a tappeto di Londra, che i suoi consiglieri strategici Raeder, Jodl e Jeschonnek gli sottomisero, fu sempre respinto con una ragione dietro l’altra non plausibile. Sebbene il suo staff aveva l’ordine di esaminare ogni posizione britannica periferica, come Gibilterra, Egitto e Canale di Suez, per la loro vulnerabilità ad un attacco, al cuore dell’impero britannico fu concesso di continuare a battere, senza essere disturbato finchè non fu troppo tardi.
In quei mesi un assistente militare udì Hitler urlare rabbiosamente al telefono della Cancelleria:
“Non abbiamo alcun interesse a distruggere l’Inghilterra. Siamo completamente incapaci di raccoglierne l’eredità”, riferendosi all’impero; e parlò di conseguenze devastanti nel caso l’impero fosse crollato (14).
Il 2 Marzo 1940, Hitler disse al Sottosegretario di Stato Sumner Welles:
1 - che era sempre stato a favore del disarmo ma che non ricevette alcun appoggio né dalla Francia, né dall’Inghilterra;
2 - che era a favore del libero commercio internazionale;
3 - che la Germania non aveva altro obiettivo che quello di far ritornare il popolo tedesco nei territori che furono storicamente loro;
4 - che non aveva alcun interesse a controllare popoli non tedeschi e che non aveva alcuna intenzione di interferire nella loro indipendenza;
5 - che voleva la restituzione delle colonie che furono rubate alla Germania col Trattato di Versailles (15)
Churchill voleva la guerra, Churchill era un criminale di guerra. Churchill non voleva la pace. Egli voleva che la guerra durasse il più a lungo possibile.
In una lettera inviata a Stalin, il 1° Gennaio 1944, Churchill disse:
“Non abbiamo mai pensato alla pace, nemmeno in quell’anno quando eravamo completamente isolati ed avremmo potuto fare la pace senza troppe conseguenze per l’Impero Britannico e quindi a Vostre spese. Perché dovremmo pensarci ora quando la vittoria si sta avvicinando per noi tre? “(16).
Questa è addirittura una confessione di Churchill che conferma che Hitler non volle mai la guerra con l’Inghilterra.
Churchill, nel suo discorso alla Guildhall nel Luglio del 1943 affermò con estrema semplicità:
“Siamo entrati in guerra di nostra spontanea volontà, senza che venissimo direttamente attaccati ” (17).
Quando Churchill partì da Londra per incontrare Roosevelt ad una conferenza in Québec nella tarda estate del 1943, un giornalista chiese se avesse intenzione di offrire condizioni di pace alla Germania. Churchill rispose: “Santo cielo, no! Accetterebbero immediatamente ” (18). Così la guerra continuò dall’Agosto 1943 a Maggio 1945, per altri 22 mesi solo perché non furono offerte condizioni di pace.
Churchill voleva che l’Inghilterra entrasse in guerra con la Germania fin dal 1936 (19).
Roosevelt era un criminale di guerra. Egli voleva la guerra e voleva che la Seconda Guerra Mondiale durasse il più a lungo possibile.
Hitler ed il popolo tedesco non volevano la guerra ma Roosevelt la voleva e si diede da fare affinché essa scoppiasse. La voleva per motivi politici. Jesse Jones, un membro del gabinetto di Roosevelt per cinque anni, afferma: “Al di là delle sue ripetitive affermazioni circa il suo odio per la guerra, egli propendeva ad entrarci poiché ciò gli avrebbe assicurato un terzo mandato ” (20).
Mentre il presidente ripeteva che non voleva la guerra e non intendeva inviare corpi militari in Europa, i segretari della Marina e del Dipartimento di Guerra, Knox e Stimson, denunciarono la legislazione di neutralità in discorsi e dichiarazioni pubbliche e sostennero l’intervento americano nella Battaglia dell’Atlantico. In qualità di membri del gabinetto essi non avrebbero potuto farlo senza il consenso del presidente (21).
Quando la stampa riportò le parole di Frank Knox che dicevano: “La sola speranza di pace per gli Stati Uniti è quella di battere la Germania “, Franklin Delano Roosevelt non lo biasimò. (22).
Il Dr. Milton Eisenhower, il fratello del Generale Eisenhower, disse: “Il Presidente Roosevelt ritenne necessario far entrare il paese in guerra per salvare le sue politiche sociali ” (23).
Clare Booth-Luce stupì molte persone dicendo alla Convenzione del Partito Repubblicano del 1944 che Roosevelt aveva mentito al paese per entrare in guerra.
Tuttavia, dopo aver provato che tale dichiarazione era vera, i sostenitori di Roosevelt cessarono di negarla, anzi la lodarono affermando che fu obbligato a mentire per salvare il suo paese, l’Inghilterra e il mondo. (24).
Il repubblicano Hamilton Fish fece il primo discorso al Congresso l’8 Dicembre 1941, chiedendo la dichiarazione di guerra contro il Giappone. Nel suo libro: Franklin Delano Roosevelt, l’altra facciata della medaglia, Fish dice che oggi si vergogna di quel discorso e che se avesse saputo ciò che Roosevelt stava facendo per provocare l’attacco giapponese, egli non avrebbe mai chiesto una dichiarazione di guerra (25). Fish disse che Roosevelt fu la principale scintilla che accese la miccia della guerra sia in Europa che nel Pacifico (26).
La vera politica di Roosevelt fu rivelata quando i tedeschi riuscirono ad esaminare i documenti polacchi e trovarono negli archivi di Varsavia ” i dispacci degli ambasciatori polacchi a Washington e a Parigi che misero allo scoperto gli sforzi di Roosevelt di trascinare la Francia e l’Inghilterra nella guerra. Nel Novembre 1938, William C. Bullitt, suo personale amico ed ambasciatore a Parigi, aveva indicato ai polacchi che il desiderio del Presidente era di fare arrivare la Germania e la Russia ad uno scontro, dopodichè le nazioni democratiche avrebbero attaccato la Germania per costringerla alla sottomissione. Nella primavera del 1939 Bullitt disse che Roosevelt era determinato a partecipare alla guerra non dall’inizio ma di entrarvi alla fine (27).
Oliver Lyttelton, dirigente industriale britannico al tempo di guerra, era indubbiamente in buona fede quando dichiarò: “L’America non fu mai veramente neutrale. Non vi erano dubbi sulle sue simpatie e sarebbe un travestimento della storia asserire che gli Stati Uniti furono costretti alla guerra. L’America provocò i giapponesi a tal punto che questi furono costretti ad attaccare. ” (28)
I giapponesi chiesero la pace prima del lancio delle bombe atomiche e MacArthur consigliò di negoziare sulla base delle aperture giapponesi. Ma Roosevelt spazzò via i suoi consigli con la seguente nota: ” MacArthur è il nostro più grande generale ed il nostro peggiore politico “. (29)
Queste affermazioni raccontano l’intera storia della Seconda Guerra Mondiale dall’inizio alla fine.
La guerra fu iniziata per mantenere Roosevelt nel suo incarico e fu mantenuta per molto più tempo di quanto fosse necessario. Sarebbe potuta finire in qualsiasi giorno a partire dal 1943 in poi.
Mentre i soldati americani combattevano per portare a fine il conflitto, i maggiori leader politici americani facevano tutto il possibile per continuare il conflitto per ragioni politiche.
Hitler aveva solo un obiettivo per quel che riguarda le sue relazioni con le altre nazioni. Quell’obiettivo era la pace. Il 17 Maggio 1933, Hitler si rivolse al Reichstag in questo modo circa le sue intenzioni:
La Germania è perfettamente pronta a smantellare il suo intero apparato militare ed a distruggere le sue rimanenti armi se le nazioni confinanti faranno la stessa identica cosa. La Germania è disposta a rinunciare a qualsiasi tipo di armamento aggressivo se le nazioni armate, dal canto loro, distruggeranno i loro armamenti entro un determinato periodo e se il loro uso verrà messo al bando da una convenzione internazionale. La Germania è comunque preparata a rinunciare ad armamenti offensivi se il resto del mondo farà la stessa cosa. La Germania è disposta ad aderire a qualsiasi patto solenne di non aggressione in quanto non ritiene di attaccare nessuno ma solamente di acquisire sicurezza ” (30).
Nessuna delle ” democrazie amanti della pace ” tenne in considerazione l’offerta di Hitler. La sola ragione per la quale a Re Edoardo non fu permesso di rimanere sul trono britannico, fu la sua nota posizione che fintanto che egli rimaneva Re, l’Inghilterra non avrebbe fatto la guerra alla Germania.
Hitler si espresse in questo modo circa i vantaggi che la Germania avrebbe avuto dalla guerra:
“Una guerra europea potrebbe essere la fine di tutti i nostri sforzi anche se dovessimo vincere, perché la scomparsa dell’Impero Britannico sarebbe una tragedia alla quale non si potrebbe riporre alcun rimedio ” (Michael McLaughlin, For Those Who Cannot Speak (per quelli che non possono parlare), pag. 10).
Basandoci su quanto sopra esposto, ad Hitler dovrebbe essere attribuito il Premio Nobel per la Pace postumo. Egli non fu la causa della Seconda Guerra Mondiale e non volle alcuna guerra. Era un uomo di pace e lavorò per essa ogni giorno che poté.
NOTE FINALI:
Donald Day, Onward Christian Soldiers, 68-9. Day era l’unico corrispondente del Chicago Tribune nell’Europa nordorientale prima e durante la Seconda Guerra Mondiale.
Michael McLaughlin, For Those Who Cannot Speak, 9.
Onward Christian Soldiers, 55
The Journal of Historical Review, Inverno 1982, 454-5
Fish Hamilton, FDR, The Other Side of the Coin, 86
Twilight Over England, 125-6
The Suicide of Europe (memorie del Principe Michel Sturdza, ex Ministro degli Esteri romeno)
Ibid., 145
Idib., 11
10. McLaughlin, op cit., 10
11. Harry Elmer Barnes, Perpetual War for Perpetual Peace, 162.
L’ultima frase nel paragrafo appena citato dovrebbe mettere fine a qualsiasi pretesa che Hitler voleva conquistare il mondo.
12. David Irving, Hitler’s War, versione in brossura, Avon History, 236
13. The Barnes Trilogy, sezione “Revisionismo e Lavaggio del Cervello”, 33
14. Irving, op cit., 236
15. Charles Callan Tansill, Back Door to War, 577
16. Udo Walendy, The Methods of Reeducation, 3
17. James Martin J., The Saga of Hog Island, 42
18. James Martin J., Revisionist Viewpoints, 75
19. Francis Neilson, The Churchill Legend, 350
20. Jesse Jones H. con Edward Angly, Fifty Billions Dollars: My Thirteen Years with the RFC 1932-1945, New York: the Macmillan Company, 1951, 260
21. Fehrenbach, T.F., F.D.R.’s Undeclared War 1939 to 1941, Pag. 135, 189
22. Udo Walendy, The Methods of Reeducation, 3
23. Conrad Grieb, American Manifest Destiny and the Holocaust, 124-5
24. Walendy, op cit., 3
25. Ibidem, 144
26. Ibidem, 149
27. Irving, op. cit., 235
28. The Saga of Hog Island, op. cit., 63
29. William Henry Chamberlain, America’s Second Cruisade, 219
30. Francis Neilson, The Churchill Legend, 278
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2 Responses to “ADOLF HITLER - UN CANDIDATO MANCATO AL PREMIO NOBEL (Tratto da: The Barnes Review - Di Alex S. Perry Jr.)
Pubblicato da admin in gennaio - 26 - 2010
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Avete qualche cifra di quando giunse Hitler al potere? 65 milioni di tedeschi di cui solo 100.000 benestanti; oltre 6 milioni di disoccupati. 244.000 suicidi per disperazione nel periodo della depressione. Il 90% in condizioni d'indigenza dichiarata. 37 latifondisti possessori della gran maggioranza delle terre. 7 di essi avevano 755.000 ettari mentre 2,5 milioni di contadini ne possedevano, tutti insieme, il doppio per una media di 2 ettari per famiglia colonica. E in meno di un anno e mezzo Hitler risolse tutto, sia in campo economico che in campo finanziario.
Il Trattato di Versailles aveva imposto al popolo tedesco risarcimenti che lo avevano distrutto, con i quali si intendeva rimborsare i costi sostenuti nella partecipazione alla guerra per tutti i paesi belligeranti. Costi che ammontavano al triplo del valore di tutte le proprietà esistenti nel paese. La speculazione sul marco tedesco aveva provocato il suo crollo, affrettando l’avvento di uno dei fenomeni d’inflazione più rovinosi della modernità. Al suo apice, una carriola piena di banconote, per l’equivalente di 100 miliardi di marchi, non bastava a comprare nemmeno un tozzo di pane. Le casse dello stato erano vuote ed enormi quantità di case e di fattorie erano state sequestrate dalle banche e dagli speculatori. La gente viveva nelle baracche e moriva di fame. Nulla di simile era mai accaduto in precedenza: la totale distruzione di una moneta nazionale, che aveva spazzato via i risparmi della gente, le loro attività e l’economia in generale. A peggiorare le cose arrivò, alla fine del decennio, la depressione globale. La Germania non poteva far altro che soccombere alla schiavitù del debito e agli strozzini internazionali. O almeno così sembrava. Hitler e i Nazional Socialisti, che arrivarono al potere nel 1933, si opposero al cartello delle banche internazionali iniziando a stampare la propria moneta. In questo presero esempio da Abraham Lincoln, che aveva finanziato la Guerra Civile Americana con banconote stampate dallo stato, che venivano chiamate “Greenbacks”. Hitler iniziò il suo programma di credito nazionale elaborando un piano di lavori pubblici. I progetti destinati a essere finanziati comprendevano le infrastrutture contro gli allagamenti, la ristrutturazione di edifici pubblici e case private e la costruzione di nuovi edifici, strade, ponti, canali e strutture portuali. Il costo di tutti questi progetti fu fissato a un miliardo di unità della valuta nazionale. Un miliardo di biglietti di cambio non inflazionati, chiamati Certificati Lavorativi del Tesoro. Questa moneta stampata dal governo non aveva come riferimento l’oro, ma tutto ciò che possedeva un valore concreto. Essenzialmente si trattava di una ricevuta rilasciata in cambio del lavoro e delle opere che venivano consegnate al governo. Hitler diceva: “Per ogni marco che viene stampato, noi abbiamo richiesto l’equivalente di un marco di lavoro svolto o di beni prodotti”. I lavoratori spendevano poi i certificati in altri beni e servizi, creando lavoro per altre persone. Nell’arco di due anni, il problema della disoccupazione era stato risolto e il paese si era rimesso in piedi. Possedeva una valuta solida e stabile, niente debito, niente inflazione, in un momento in cui milioni di persone negli Stati Uniti e in altri paesi occidentali erano ancora senza lavoro e vivevano di assistenza. La Germania riuscì anche a ripristinare i suoi commerci con l’estero, nonostante le banche estere le negassero credito e dovesse fronteggiare un boicottaggio economico internazionale. Ci riuscì utilizzando il sistema del baratto: beni e servizi venivano scambiati direttamente con gli altri paesi, aggirando le banche internazionali. Questo sistema di scambio diretto avveniva senza creare debito né deficit commerciale. L’esperimento economico della Germania, proprio come quello di Lincoln, ebbe vita breve; ma lasciò alcuni durevoli monumenti al suo successo, come la famosa Autobahn, la prima rete del mondo di autostrade a larga estensione (1). Di Hjalmar Schacht, che era all’epoca a capo della banca centrale tedesca, viene spesso citato un motto che riassume la versione tedesca del miracolo del “Greenback”.

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A questo punto, è inevitabile porsi la domanda: è possibile che non solo la guerra annichilatrice scatenata dalle potenze anglo-americane contro la Germania, ma la storica satanizzazione del Reich, la sua permanente damnatio memoriae, abbiano avuto come motivazione reale e occulta proprio i successi economici ottenuti da Hitler contro il sistema finanziario internazionale? E’ la domanda più censurata della storia. E’ la domanda-tabù. Non oseremmo porla qui, se non l’avesse adombrata un avversario militare del Terzo Reich: J.F.C. Fuller, generale britannico.

Fuller, scomparso nel 1966, geniale innovatore della guerra corazzata, è considerato il Clausewitz inglese. Ha combattuto la Germania nella prima e nella seconda guerra mondiale. Avversario, ma leale. In un cruciale capitolo della sua opera principale, Storia militare del mondo occidentale (1), Fuller delineò brevemente le ragioni dell’ energica rinascita economica della Germania sotto il Terzo Reich. Con limpida chiarezza.

Fuller attribuisce ad Hitler il seguente pensiero:

“la comunità delle nazioni non vive del fittizio valore della moneta, ma di produzione di merci reali; la quale conferisce valore alla moneta. E’ questa produzione ad essere la vera copertura della valuta nazionale, non una banca o una cassaforte piena d’oro”- Egli [Hitler] decise dunque

1) di rifiutare prestiti esteri gravati da interessi, e di basare la moneta tedesca sulla produzione invece che sulle riserve auree.

2) Di procurarsi le merci da importare attraverso scambio diretto di beni - baratto - e di sostenere le esportazioni quando necessario.

3) Di porre termine a quella che era chiamato ‘libertà dei cambi’, ossia la licenza di speculare sulle {fluttuazioni delle) monete e di trasferire i capitali privati da un paese all ‘altro secondo la situazione politica.

4) Di creare moneta quando manodopera e materie prime erano disponibili per il lavoro, anziché indebitarsi prendendola a prestito”.

Fuller pare aver compreso perfettamente la frode fondamentale, il meccanismo per cui la finanza estrae il suo tributo perpetuo dal lavoro umano. Infatti scrive: “Hitler era convinto che, finché durava il sistema monetario internazionale [...], una nazione, accaparrando l’oro, poteva imporre la propria volontà alle nazioni cui l’oro mancava. Bastava prosciugare le loro riserve di scambio, per costringerle ad accettare prestiti ad interesse, sì da distribuire la loro ricchezza e la loro produzione ai prestatori”.

E aggiunge: “la prosperità della finanza internazionale dipende dall ‘emissione di prestiti ad interesse a nazioni in difficoltà economica; l’economia di Hitler significava la sua rovina. Se gli fosse stato permesso di completarla con successo, altre nazioni avrebbero certo seguito il suo esempio, e sarebbe venuto un momento in cui tutti gli Stati senza riserve auree si sarebbero scambiati beni contro beni; così che non solo la richiesta di prestiti sarebbe cessata e l’oro avrebbe perso valore, ma i prestatori finanziari avrebbero dovuto chiudere bottega “,

“Questa pistola finanziaria era puntata alla tempia, in modo particolare, degli Stati Uniti, i quali detenevano il grosso delle riserve d’oro mondiali, e perché il loro sistema di produzione di massa richiedeva l’esportazione del dieci per cento circa dei loro prodotti per evitare la disoccupazione. Inoltre, poiché i metodi brutali usati da Hitler contro gli ebrei tedeschi aveva irritato i finanzieri ebrei americani, sei mesi dopo che Hitler divenne cancelliere, Samuel Untermeyer, un ricco procuratore di New York, gettò il guanto di sfida. Egli proclamò una ‘guerra santa’ contro il nazionalsocialismo e dichiarò il boicottaggio economico sui beni, trasporti e servizi tedeschi” .

AGGIUNTO da SOCIALE

HITLER PER 49 VOLTE CHIESE LA PACE MA!!!
https://www.youtube.com/watch?v=DKwq0AYacZM&hd=1


3 commenti:

  1. Un uomo Scelse bene le carte da giocare?
    Ho scritto una analisi semplicistica ma a mio avviso interessante di un possibile scenario alternativo qui in questo sito.

    http://www.legasulterritorio.it/wp/2016/12/16/in-amore-ed-in-guerra-tutto-e-permesso/

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  2. Alla fine di un conflitto la verità dei vinti diventa menzogna, mentre le menzogne dei vincitori diventano storia!

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  3. Si può rileggere la storia e analizzare le responsabilità dello scoppio della seconda guerra mondiale ma riprendere tutti gli argomenti utilizzati da Hitler per addossare la responsabilità della guerra sui suoi nemici è operazione speculare a quella di chi vorrebbe la Germania unica colpevole del conflitto. Tutti gli invasori della Storia hanno sempre sostenuto di "rispondere al fuoco", fino a Bush figlio che sostenne di rispondere all'attacco di Al-quaeda e a Obama che sostenne di rispondere al fuoco esploso da Gheddafi sul proprio popolo. Naturalmente ci si può legittimamente domandare cosa sarebbe avvenuto se la Polonia avesse accettato l'ultimatum sul corridoio di Danzica. Hitler disse all'ambasciatore britannico che una volta risolto il problema polacco sarebbe tornato a fare il pittore. Non lo sapremo mai ma avrei grossi dubbi a proposito considerato il personaggio e l'aggressività crescente del suo regime dopo ogni annessione di territori abitati da minoranze tedesche anche sparute e l'ambizione di estendere l'egemonia tedesca ben oltre i confini del Reich

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