domenica 7 febbraio 2010

RSI, PAGINA BIANCA DELLA STORIA

Nell’intento di dare completezza di memoria al periodo di massima emergenza per l’Italia nella 2ª G.M., ACTA ha posto all’attenzione degli studiosi documenti, testimoniante, testi legislativi, riferimenti bibliografici, estratti da giornali d’epoca RSI che potessero servire per ulteriori approfondimenti critici.

Infatti non è più ammissibile che uno Stato:

- al quale hanno aderito intellettuali, uomini di cultura, professori del calibro di Gentile, Marinetti, Villaroel, Soffici, Serpieri, Ojetti, Mascagni, Maranini, Forzano, Ducati, Danielli, Ercole, Rolandi Ricci, Asquini e decine d’altri di pari statura morale ed intellettuale;

- per cui sono Caduti circa centomila tra uomini e donne, militari e civili, sia al fronte che per mano fratricida spesso fra i più ignobili tormenti;

- per cui hanno operato, in silenziosa alacrità, decine di migliaia di funzionari,

- continui ad essere una pagina bianca della storia nazionale e venga menzionato, nel più smaccato dispregio della verità, solo per essere demonizzato contro l’interesse stesso della Nazione e del Popolo italiano.

- Gli italiani hanno, infatti, ormai – dopo sessanta anni – il diritto di disporre di studi oggettivi e non di parte - né faziosamente denigratori, quindi né acriticamente apologetici fondati su testimonianze e su documenti debitamente citati e scientificamente valutati, che permettano di avere finalmente una visione d’insieme seria ed affidabile almeno sui seguenti principali argomenti.

A) Necessità storica della R.S.I. ai fini della tutela della popolazione italiana e dell’economia nazionale. Sulla scia della felice intuizione di Piero Pisenti che già nel 1977 aveva, in un suo libro, definito la R.S.I. quale “repubblica necessaria”e dei documentati studi di Renzo De Felice che, nel suo libro – intervista del 1955 ROSSO E NERO, riconobbe che “Mussolini ritornò per mettersi al servizio della patria, perché solo così poteva impedire a Hitler di trasformare l’Italia in una nuova Polonia, per rendere meno pesante e tragico il regime di occupazione”, occorre sviluppare l’argomento studiando:

1°) quale sia stata, l’attività dei Ministeri delle Finanze, dell’Economia Corporativa, della Produzione Agricola e Forestale, dei Lavori Pubblici, delle Comunicazioni, del Sottosegretariato ai Prezzi della R.S.I.: ciò, al fine di verificare la sua incidenza sulla salvaguardia dell’economia nazionale nel suo complesso e quale ruolo abbia svolto nel far si che - tra i Paesi controllati dalla Germania – l’Italia del Centro-Nord sia stata fra le aree che meglio ha potuto salvaguardare i propri beni così da poter decollare più rapidamente nel dopoguerra;

2° ) quale sia stata, l’attività svolta dal Ministero degli Affari Esteri per tutelare vite e beni italiani fuori frontiera e per tessere particolari rapporti con il Giappone e con le Potenze minori dell’Asse al fine di riequilibrare, grazie ad un rafforzamento del Tripartito, la debole posizione della Repubblica Sociale nell’Asse ( in materia esistono importanti volumi di Anfuso, Bolla, Mellini Ponce de Leon, Neulen, Ricci, Tamaro, Viganò, Villari che costituiscono una prima essenziale fonte di informazione in particolare per quanto attiene all’opera svolta dai diplomatici della R.S.I. a favore degli internati militari in Germania – I.M.I.);

3° ) quale sia stata l’attività degli altri Ministeri (Giustizia, Cultura Popolare, Interno, Educazione Nazionale) per poter valutare quali siano stati gli effetti del loro lavoro sulla popolazione e sull’economia della Nazione.

B) Necessità storica della R.S.I. ai fini della tutela dell’Onore militare del Soldato italiano e dell’affidabilità internazionale della Nazione.
Sulle motivazioni e sulle vergognose modalità di esecuzione della resa dell’3 settembre, la bibliografia e la documentazione italiana ed internazionale esistenti permettono di disporre di un quadro già sufficientemente esauriente.
Sulle conseguenze, invece, della resa mancano studi affidabili sulle ripercussioni che la stessa ha avuto nella stampa estera, nella memorialistica diplomaticomilitare degli Alleati e del Tripartito, nella letteratura storica straniera. Mancano altresì studi che illustrino quali siano state, nel loro complesso, siffatte conseguenze sui militari e sui civili italiani che, nel settembre 1943, si trovavano fuori frontiera tanto in Europa quanto in Asia, in Africa, in Australia, nelle Americhe.
Sulle motivazioni, infine, che hanno dato vita al più grande fenomeno di volontarismo militare della Storia nazionale (di cui furono protagonisti giovani ed anziani militari e civili), la bibliografia è ormai vastissima anche se, purtroppo, di non sempre facile reperimento essendo stata pubblicata da Case Editrici sia pure degnissime e meritorie ma dotate di reti di distribuzione molto limitate. Da tale bibliografia emerge, ad ogni modo, un dato costante e cioè che i Soldati della R.S.I. rifiutarono non la resa di Cassible di per se ma le sue indecenti modalità: soprattutto essi rifiutarono il cambio di fronte, il passaggio al nemico proprio nel momento in cui
esso cominciava a vincere ed il precedente alleato cominciava a perdere sentendo che un passaggio del genere avrebbe compromesso l’Onore e l’affidabilità della Nazione. Ottenendo invece nel 1945 con la resa di Caserta il riconoscimento della prigionia di guerra per gli ultimi combattenti dell’Italia sconfitta.
Ciò che ora è auspicabile è che tale copiosa bibliografia venga vagliata e verificata criticamente in sede scientifica in modo da farla conoscere non solo… a chi già la conosce ma al grosso pubblico. I giovani italiani hanno il diritto di sapere chi furono , cosa fecero e come morirono i Soldati come Faggioni, Visconti. Rizzati, e mille altri che caddero onorando la Nazione intera (il ritratto di Visconti
campeggia fra gli assi dell’aviazione mondiale al Museo dell’aeronautica di Washington ma il suo nome e le sue gesta sono del tutto ignoti agli italiani di oggi).

C) Operato legislativo della R.S.I.
Uno studio prima settoriale e poi complessivo della legislazione R.S.I. più significativa e caratterizzante si rivela ormai indispensabile per una completa e corretta intepretazione degli attuali orientamenti legislativi.
Fra tutti campeggia la legislazione repubblicana sulla socializzazione delle imprese. Ben nota agli specialisti di diritto del lavoro ma del tutto disinvoltamente ignorata dai politici, dalla televisione e dalla stampa, detta legislazione – ferocemente osteggiata dagli ambienti d’ispirazione marxista e da quelli più retrivamente capitalistici - è invece di tale importanza per l’impresa moderna da essere stata assunta a modello (ovviamente senza…citazione della fonte) dalle legislazioni francese, tedesca e comunitaria allorché introdussero nei rispettivi ordinamenti
l’istituto della congestione (Mitbestimmung, cogestion). Una valida introduzione, anche sul piano documentale, a siffatto studio può rivelarsi il volume edito nel 1999 dall’Istituto Storico della R.S.I. a cura di A. Conti.

D) Legittimità della R.S.I.
Solo impostati ma non ancora esaurientemente completati, gli studi in materia dovrebbero approfondire temi finora solo sfiorati: tra i molti altri, primeggiano il contenuto di una nota sentenza del Tribunale Militare Supremo sullo status di legittimi combattenti dei militari R.S.I., nonché il problema della nullità giuridica sul piano internazionale delle dichiarazioni di guerra che il governo regio ha tentato di effettuare nel 1943 e nel 1945, con le conseguenze, enormi conseguenze, che scaturiscono da tali nullità.

R.M.


tratto da: http://www.istitutostoricorsi.org/pdf/acta59.pdf

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