sabato 26 settembre 2009

La filosofia della libertà

di Ken Schoolland

La filosofia della libertà è basata sul principio della proprietà di se stessi.
Noi siamo i proprietari della nostra vita.
Negarlo significa che altri hanno sulla nostra vita una pretesa maggiore di quella che abbiamo noi.
Nessuna altra persona, o gruppo di persone, è proprietario della nostra vita, e nemmeno noi possiamo esserlo della vita di altri.Noi esistiamo nel tempo, passato, presente, futuro.
Perdere la vita è perdere il futuro.
Perdere la libertà è perdere il presente.
E perdere il frutto della nostra vita e della nostra libertà è perdere quella parte del passato che l'ha prodotto.

Un prodotto della vita e della libertà è la proprietà.
La proprietà è il frutto del nostro lavoro, del nostro tempo, delle nostre energie e del nostro talento.
La proprietà è quella parte della natura che noi trasformiamo in qualcosa di utile e che ha valore.
La proprietà è anche la proprietà di altri che ci viene data attraverso uno scambio volontario e consensuale.Due persone che scambiano la proprietà volontariamente ne hanno un vantaggio altrimenti non lo farebbero.
Solo loro possono prendere questa decisione per se stessi.
Talvolta qualcuno usa la forza o la frode per sottrarre beni ad altri, senza la loro volontà e senza il loro consenso.

Usare per primi la forza per togliere la vita agli altri è omicidio.
Togliere la libertà è schiavismo.
Togliere la proprietà è furto.
E' lo stesso se tali azioni sono compiute da un singolo, da molti contro pochi, o anche da funzionari pubblici in eleganti uniformi.


Noi abbiamo il diritto di proteggere dall'aggressione di altri la nostra vita, la nostra libertà e la proprietà, legittimamente acquisita.
E possiamo chiedere ad altri di aiutarci a difenderci.
Ma non abbiamo il diritto ad usare per primi la forza contro la vita, la libertà e la proprietà di altri.
Ugualmente, non abbiamo il diritto a incaricare altri di dare inizio alla forza per conto nostro.
Noi abbiamo il diritto di scegliere chi ci guidi, ma non abbiamo alcun diritto di imporre governanti ad altri.
Indipendentemente da come vengono scelti i funzionari pubblici sono solo degli esseri umani, e non hanno alcun diritto a pretendere di essere considerati superiori a noi.
Indipendentemente dalle fantasiose etichette date alla loro funzione, o dal numero di persone che li sostengono, i pubblici funzionari non hanno diritto di uccidere, di rendere schiavi o di rubare.

Non possiamo concedere loro alcun diritto che noi stessi non abbiamo.
Siamo noi i proprietari della nostra vita, e ne siamo i responsabili.
La nostra vita non l'abbiamo presa in prestito da altri che possono pretendere da noi obbedienza.
Né siamo gli schiavi di altri che possono pretendere il nostro sacrificio.
Siamo noi a scegliere i nostri obiettivi, basati sui nostri valori.
Il successo e il fallimento sono stimoli necessari per imparare a crescere.
L'azione in nome di altri è virtuosa solo quando deriva da una scelta consensuale e reciproca.
Dal momento che la virtù può esistere solo se vi è libera scelta, questa è la base per una società veramente libera.
Non è solamente il fondamento più utile per le azioni umani, ma anche il più etico.

I gravi problemi che gli stati provocano usando per primi la forza hanno una soluzione.
La soluzione, per i popoli della terra, è di cessare di chiedere ai rappresentanti degli stati di dare il via all’uso della violenza in loro nome.
Il male non nasce solamente dalle persone realmente cattive, ma anche da quelle buone che tollerano l’uso della forza da parte di altri come mezzo per raggiungere i loro fini.
In questo modo,nel corso della storia, i buoni hanno messo il potere nelle mani dei cattivi.

Credere in una società libera è affidarsi al processo di scoperta nel mercato dei valori, piuttosto che a una visione e a un traguardo imposto da altri.Permettere che lo stato usi la forza per imporre una determinata visione è inerzia mentale, e in genere ha conseguenze indesiderate e perverse.
Perseguire una società libera richiede il coraggio di pensare, di parlare e di agire.Specialmente quando è più facile non far niente.

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