giovedì 9 luglio 2009

NOSTALGIA CANAGLIA

di Giuseppe Coppedè

Nostalgia addio. E' un obbligo se vogliamo veramente incidere nella sostanza politica dei giorni nostri. Qualcuno a sinistra continua a dire che ad est non è crollato il comunismo ma soltanto regimi ingiusti, burocratici e negatori dei diritti umani, ma che niente avevano a che fare con il comunismo di cui piuttosto ne hanno infangato l'immagine ed i valori di cui inopportunamente si sono appropriati. Seguendo lo stesso spartito potrei dire che il mio fascismo è quello di Berto Ricci, di Ugo Spirito di S.Sepolcro e della socializzazione. Ma il fascismo fu quello di Mussolini. Con le leggi sociali, con le bonifiche, con i littorali della cultura e la fondazione di città. Ma purtroppo anche quello della retorica di regime, delle infamanti leggi razziali e del Tribunale Speciale. Di tutto questo debbo farmi carico non pensando di addebitarlo ad altri e cercare di redimermi in una sola maniera. Non incorrendo negli errori gia fatti e capir il senso della storia con le sue lezioni. A volte alquanto dure. Io provengo da una generazione che si è scannata in strada. Il sangue ha intriso l'asfalto, ed il manifesto pubblicato oggi ce lo ricorda assai bene. E mentre giovani di destra e di sinistra cadevano, vittime di un odio cieco, gli Andreotti ed i Cossiga si consolidavano al potere. E questo non deve più accadere. Basta lutti e sofferenze. Tra il rosso ed il nero il vero nemico è il bianco. Il vero nemico è il sistema legato ad una visione "occidentale" del mondo. Posso vantarmi di una sola cosa. Di essere sempre stato all'opposizione , di essere sempre stato contro. Anche quando ho militato in una formazione politica che faceva opposizione solo di facciata. In pratica era soltanto un covo di reazionari, conservatori al servizio dell'impero a stelle e strisce con malcelate simpatie e connivenze con quello che è il sicario in medio oriente. Ma se io non ero messo bene , chi stava a sinistra non aveva nessun motivo per star tranquillo. Anche lì si professava una opposizione di facciata, ma in realtà si tirava a campare con il sottogoverno negli enti locali, con i sindacati e con la lega delle cooperative. Linfa che il potere concedeva per poter continuare con la recita delle parti in commedia. Ed intanto in strada ci si scannava. Oggi non può più essere così. Non possono più esserci amici o nostalgie. Quando gli uni e le altre ci hanno soltanto portato in un deserto e non ci hanno fatto raggiungere un solo obbiettivo. A nessuna delle due parti. Ci ritroviamo schiavi di un sistema globalizzatore. Fratelli oppressi, che senza voler rinunciare alle nostre storie personali, ma senza nemmeno volerne rimanere prigionieri e quindi impossibilitati all'azione, dovremo trovare un punto d'incontro.Per creare finalmente la vera opposizione nelle strade, nei luoghi di lavoro, ovunque il sistema compia i suoi crimini.

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