Breve panoramica di un'epoca che deve essere raccontata in tutta la sua interezza
Dalle bonifiche alle strade, dalle Città di Fondazione ai Parchi naturalistici, storia di una Rivoluzione che ha cambiato l'Italia e non solo
Parliamo spesso
(praticamente ogni giorno) di Fascismo e di Mussolini, su queste
colonne. Siamo l'unica testata che lo fa quotidianamente. Non lo dico
per sottolineare la cosa e farcene un vanto, piuttosto per mettere in
evidenza come sia molto strano che non lo facciano anche altri. Qualcuno
mi chiede: "Ma come fai ad avere sempre argomenti, ogni giorno? E non
ti stanchi mai?". Rispondo: gli argomenti sono facili da trovare, il
Fascismo fece così tante cose che non basterebbe l'intero Giornale
d'Italia per raccontarle e Mussolini è un personaggio talmente
straordinario che si potrebbe scrivere di lui in eterno. Quanto alla
seconda domanda: no, non mi stanco mai. Anzi. E questo dipende dal fatto
che sono consapevole dell'importanza di questo pezzo della nostra
storia, così come sono consapevole del fatto che è state sempre
bistrattato. Ingiustamente. Potrei tirare fuori un milione di argomenti
(forse di più), qui, adesso. Pescare in un mare così popoloso è facile,
scegliere è difficile solo perché si potrebbero scrivere così tante cose
che nemmeno il web potrebbe contenerle tutte. Esempio: se volessimo
parlare delle Città di Fondazione (cosa che abbiamo fatto spesso)
potremmo non smettere mai. Qualche pillola: sapete in quanto tempo è
stata costruita Littoria? Si è iniziato a crearla dal nulla nel giugno
del '32, è stata inaugurata il 18 dicembre 1933. Sapete quanto ha
impiegato il Fascismo di Mussolini per creare Sabaudia? Iniziati i
lavori nell'agosto del '33, inaugurata il 15 aprile del '34. Sapete,
ancora, quanto tempo ci è voluto per realizzare Pontinia? Inizio lavori
1934, inaugurazione dicembre 1935. Aprilia? 1936 l'inizio 18 novembre
1937 l'inaugurazione. Pomezia? Inizio 1938, inaugurazione 29 novembre
1939.
Sapete quanto tempo ci ha messo la democrazia per costruire la metro B a Roma? Ok, lasciamo stare...
Dimenticavo, tra il 1934 e il 1937 si
trovò anche il tempo per creare, nella stessa zona (prima palude con
zanzare, malaria, annessi e connessi) il Parco Nazionale del Circeo
(3.200 ettari) e già - a proposito di parchi - erano stati creati quelli
dello Stelvio, nel '35; del Gran Paradiso, nel '22; e dell'Abruzzo,
nel '23; si era fondata Guidonia, si erano fatte una serie infinita di
riforme sociali e popolari, migliaia di meravigliose opere d'arte,
eccetera eccetera eccetera. Dal 1930 al 1938 si passa da due milioni di
ettari bonificati a oltre cinque milioni.
Cinque milioni di ettari
bonificati nei primi sedici anni del Regime Fascista.
Sapete quanti ne
erano stati bonificati nell'intera storia dell'Italia unita?
Poco più di
un milione, in sessant'anni.
Cinque milioni in sedici anni di
vituperato regime.
Ah, e c'era stata la crisi del '29... e fino al 1918
c'era stata la Grande Guerra.
Quando gli antifascisti (pochi, in
verità) sbraitano contro le presentazioni del libro che ho scritto con
Edda, probabilmente è per questa ragione.
Perché, cioè, non avrebbero
argomenti di discussione qualora ci incontrassero direttamente, invece
di mandarci a dire le cose tramite la stampa (e comunque grazie, più
parlate e maggiore pubblicità ci fate).
I trasporti?
Altro tema estremamente
interessante: la costituzione dell'AASS (Azienda Autonoma Strade
Statali) è del 1928 (guarda un po').
Il primo codice stradale è del 1930
(si, davvero).
In dieci anni, tra il '25 e il '35, vengono costruite:
l'autostrada Milano-Laghi, l'autostrada Milano-Bergamo, la Roma-Ostia,
la Napoli-Pompei, la Bergamo-Brescia, la Milano-Torino, la Firenze Mare,
la Padova-Mestre, la Genova-Serravalle. Cinquecento chilometri di
strade. Si, nonostante la crisi del '29 e il periodo postbellico. Cosa è
successo, di recente, sul Lungarno, a Firenze? D'accordo, lasciamo
stare...
Duemila nuovi chilometri di rete
ferroviaria vengono realizzati nel Ventennio.
In tre anni, dal '23 al
'26, vengono ampliati e modernizzati i Porti di Livorno, Genova, Napoli,
Marghera, Civitavecchia, Ravenna.
Lo IACP, Istituto Autonomo per le Case
Popolari, nasce nel 1924, e nel 1938 un Testo Unico riordina le
precedenti leggi. Nulla a che vedere, direi, con i palazzinari
tangentari della democrazia.
Le case popolari costruite durante il
Fascismo sono ancora lì, belle, solide. Quelle successive fanno la muffa
dopo due mesi dalla consegna.
Non è tutto qui, naturalmente. Anzi,
questa insufficiente panoramica è solo una spruzzata di informazioni,
che non mancheremo - come facciamo ogni giorno - di integrare e di
raccontare ai nostri lettori.
emoriconi@ilgiornaleditalia.org
Emma Moriconi
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