FOTO del 1902 |
Fino a novembre visse in Svizzera,
spostandosi di città in città e svolgendo lavori occasionali, tra cui il
garzone di una bottega di vini a Losanna. Venne espulso due volte dal paese: il
18 giugno1903 fu arrestato a Berna
come agitatore socialista, trattenuto in carcere per 12 giorni, e poi espulso
il 30 giugno dal Canton Berna, mentre il 9 aprile 1904 venne incarcerato per 7
giorni a Ginevra a causa del permesso di soggiorno falsificato, per poi essere
espulso una settimana dopo dal Canton Ginevra.[17] Nel frattempo ricevette
anche una condanna a un anno di carcere per renitenza alla leva militare. Venne
protetto da alcuni socialisti e anarchici del Canton Ticino, tra cui Giacinto
Menotti Serrati e Angelica Balabanoff, con la quale avviò una relazione sentimentale.[18]
Nel periodo in cui Mussolini risiedette in Svizzera, abitò a Savosa, comune
periferico a nord di Lugano, e partecipò al consolidamento dei muri sulla
strada di Trevano, sulla Cassarate-Monte Brè e soprattutto alla costruzione
della ferrovia Lugano-Tesserete.
Foto segnaletica di Mussolini nel periodo svizzero (1903), quando fu arrestato dalla polizia elvetica perché sprovvisto di documento d'identità. Il cartello riporta l'erronea dicituraMussolini Benedetto.
In Svizzera Mussolini ebbe la possibilità di avvicinarsi a Vilfredo Pareto, frequentandone le lezioni all'Università di Losanna, dove l'economista italo-francese insegnò per alcuni anni. Pareto (che definirà Mussolini "un grande statista")[19]inciterà il suo allievo a prendere il potere e organizzare la Marcia su Roma (inviando un telegramma dalla Svizzera in cui si diceva «ora o mai più»).[20][21] Mussolini utilizzò le idee di Pareto per rivedere la sua adesione al socialismo.
Sempre in Svizzera Mussolini collaborò con periodici locali d'ispirazione socialista (tra cui il Proletario) e inviò corrispondenze al giornale milanese l'Avanguardia socialista. L'attività di giornalista rese evidente sin dai suoi primi scritti l'avversione ideologica al positivismo, allora predominante nel socialismo italiano; Mussolini prese subito posizione contro questo orientamento e si schierò con l'ala rivoluzionaria del partito socialista, capeggiata da Arturo Labriola. Con il passare degli anni Mussolini sviluppa una sempre più aspra avversione verso i riformisti, tentando di diffondere e di imporre all'intero movimento socialista la propria concezione rivoluzionaria.[22] È in questo periodo che mostrò le maggiori affinità ideologiche con il sindacalismo rivoluzionario. Dalle discussioni con il pastoreevangelico Alfredo Taglialatela, Mussolini trasse una conclusione negativa sul problema dell'esistenza di Dio, sul quale tornò a riflettere molti anni dopo. Le sue opinioni saranno in seguito raccolte nell'opuscolo L'uomo e la divinità, una breve dissertazione sui motivi per i quali bisognerebbe negare l'esistenza di Dio.
Mussolini
in questo periodo studiò assiduamente il francese e cercò di imparare il
tedesco, avvalendosi in quest'ultimo caso dell'aiuto della Balabanoff.
Foto segnaletica di Mussolini nel periodo svizzero (1903), quando fu arrestato dalla polizia elvetica perché sprovvisto di documento d'identità. Il cartello riporta l'erronea dicituraMussolini Benedetto.
In Svizzera Mussolini ebbe la possibilità di avvicinarsi a Vilfredo Pareto, frequentandone le lezioni all'Università di Losanna, dove l'economista italo-francese insegnò per alcuni anni. Pareto (che definirà Mussolini "un grande statista")[19]inciterà il suo allievo a prendere il potere e organizzare la Marcia su Roma (inviando un telegramma dalla Svizzera in cui si diceva «ora o mai più»).[20][21] Mussolini utilizzò le idee di Pareto per rivedere la sua adesione al socialismo.
Sempre in Svizzera Mussolini collaborò con periodici locali d'ispirazione socialista (tra cui il Proletario) e inviò corrispondenze al giornale milanese l'Avanguardia socialista. L'attività di giornalista rese evidente sin dai suoi primi scritti l'avversione ideologica al positivismo, allora predominante nel socialismo italiano; Mussolini prese subito posizione contro questo orientamento e si schierò con l'ala rivoluzionaria del partito socialista, capeggiata da Arturo Labriola. Con il passare degli anni Mussolini sviluppa una sempre più aspra avversione verso i riformisti, tentando di diffondere e di imporre all'intero movimento socialista la propria concezione rivoluzionaria.[22] È in questo periodo che mostrò le maggiori affinità ideologiche con il sindacalismo rivoluzionario. Dalle discussioni con il pastoreevangelico Alfredo Taglialatela, Mussolini trasse una conclusione negativa sul problema dell'esistenza di Dio, sul quale tornò a riflettere molti anni dopo. Le sue opinioni saranno in seguito raccolte nell'opuscolo L'uomo e la divinità, una breve dissertazione sui motivi per i quali bisognerebbe negare l'esistenza di Dio.
Nessun commento:
Posta un commento