di MAURIZIO BAROZZI
Ernesto Che Gueara era comunista, chi asserisce il contrario non ne conosce la storia, ma era un comunista “idealista” , ovvero non rigidamente ancorato ai postulati marxisti leninisti a cui pur si riferiva (e spesso si riferiva anche a Trozscky e persino a Stalin), e con un forte spirito pragmatico e obiettivo, tanto da farlo assomigliare al Mussolini socialista massimalista, dunque comunista ante litteram, o Bombacci (e non lo diciamo solo noi, ma lo si evince, come vedremo, anche dalla critiche di certi marxisti leninisti ortodossi, circa il suo idealismo, soggetivismo ed estrazione borghese).
Mussolini e Bomabcci, i quali partendo dal marxismo, constatandone la sua utopia, arrivarono su altre posizioni, mantenendo al fondo gli ideali socialisti che cercarono di realizzare in un modo diverso (nella nazione e fuori dal leninismo e dalla Internazionale).
Guevara morì a 39 anni e in corso di guerriglia e non ne ebbe il tempo.
VEDIAMO ALL0RA QUESTO “COMUNISMO” IDEALISTA IN GUEVARA
A marzo 1965 , prima di partire per le ultime sue imprese rivoluzionarie, Guevara scrive una lettera di addio a Fidel Castro, che termina con queste parole:
<< Fino alla vittoria sempre. Patria o Morte! Ti abbraccio con grande fervore rivoluzionario>>.
Poco dopo ad aprile ‘65 scrive un ultima lettera ai genitori:
<<…il mio marxismo si è approfondito e depurato. Credo nella lotta armata come unica soluzione per i popoli che lottano per liberarsi e sono coerente con le mie convinzioni>>.
Ai suoi 5 bambini scrive invece:
<
Ed infine alla primogenita figlia Higuita, a febbraio 1966, consiglierà:
<< ...lo sai cosa vuol dire: studio e atteggiamento rivoluzionario e cioè buona condotta, serietà, amore alla rivoluzione, cameratismo, ecc… >>.
UNA SEMPLICE OSSERVAZIONE CI INDICA CHE, ALLA SVOLTA CRUCIALE DELLA SUA VITA, GUEVARA CHIUDE LE SUE LETTERE DI ADDIO, SENZA INNEGGIARE AL COMUNISMO, MA AD UNA RIVOLUZIONE IDEALE:
A FIDEL DICE SOLO: “PATRIA O MUERTE”. E’ CASUALE?
LE IDEE ED I PROGRAMMI,
Tutti hanno constatato che il comunismo di Guevara rapportato a Cuba, un isola dalla composizione etnica alquanto particolare, affonda le sue radici nel Partito Rivoluzionario Cubano, di José Martí (L'Avana, 1853 – Rio Cauto, 1895) tanto da ricevere le critiche dei marxisti leninisti ortodossi:
<
Per le critiche dei marxsiti leniniti ortodossi, vedere gli scritti di Giovanni Scuderi, segretario generale del Partito Comunista Marxista Leninista italiano da lui fondato.
• Parlando dell'ideale del guerrigliero Guevara afferma:
“Questo ideale è semplice, puro, senza grandi pretese e, in generale, non va molto lontano: ma è così tenace e chiaro che è possibile sacrificargli la propria vita senza esitare minimamente. Per la quasi totalità dei contadini, è il diritto di avere un pezzo di terra propria da coltivare e di godere di un trattamento sociale giusto. Per gli operai, è avere un lavoro, ricevere un salario adeguato e anche lui un trattamento giusto. Fra gli studenti e fra i professionisti si trovano idee più astratte, come il significato della libertà per la quale combattono''.
Come vedesi, almeno qui, non c’è traccia di marxismo leninismo.
• Dice significamente Guevara:
<
• Nel Messaggio alla Tricontinentale, Guevara afferma:
<
E i marxisti leninisti ortodossi,osservano:
«Mai prima di allora, ma anche successivamente, idealismo, soggettivismo, spontaneismo, volontarismo, avventurismo, fantasia e lirismo avevano pervaso in simile misura il cervello di un piccolo borghese rivoluzionario».
Guarda caso le stesse accuse che venivano poste a Mussolini quando abbandonò il socialismo.
E aggiungono:
<< Nelle teorizzazioni di Guevara c'è poco posto per la classe operaia e per il partito della classe operaia. Le sue attenzioni maggiori sono tutte rivolte all'uomo e all' “avanguardia guerrigliera'', non alla classe operaia e al suo partito…
In verità a Guevara non andava proprio giù l'idea di assegnare al partito della classe operaia il ruolo dirigente della rivoluzione cubana.
La concezione del Partito marxista-leninista non faceva parte del suo bagaglio culturale e della sua esperienza pratica.
Il fatto che la rivoluzione cubana era stata fatta senza la direzione del partito della classe operaia gli era rimasto talmente impresso da convincerlo che tale partito non sia assolutamente necessario per la rivoluzione e che il suo ruolo possa essere assolto dall' “avanguardia guerrigliera''>>.
E con questo, il comunismo di Guevara, secondo i marxisti leninsiti ortodossi, è bello che liquidato!
• In una lettera a uno scrittore argentino scrive compiaciuto:
“Questa rivoluzione è la più genuina creazione dell'improvvisazione... il caos più perfettamente organizzato dell'universo. E questa rivoluzione è così perché ha camminato molto più rapidamente della sua ideologia anteriore.
• Dopo il suo tentativo di guerriglia in Congo, in alcuni manoscritti rimasti per anni inediti, e dopo aver criticato l’evoluzione della NEP e un regime economico ibrido che si è instaurato in Russia, Guevara scriverà che “Il Capitale” era stato la bibbia della analisi marxista, ma che alcune delle sue previsioni non si erano avverate e concluderà:
<<Secondo Marx la scienza borghese è incapace di criticare sé stessa e che ciò vale purtroppo anche per la scienza economica marxista>>.
• Sempre nei manoscritti inediti precisa il suo vero pensiero affermando che il mito proletario leninista, cioè il ruolo dirigente della classe operaia <<è anch’esso falso… I casi della Cina, del Vietnam, di Cuba dimostrano la falsità della tesi>>.
E rilancia la visione guevarista: <>.
• Ed infine un suo enunciato ideale, che addirittura sembra lontanamente riecheggiare la Dottrina del fascismo:
«Trovare la formula per perpetuare nella vita quotidiana il comportamento eroico della guerriglia è, dal punto di vista ideologico, una delle nostre missioni fondamentali… Lo strumento per mobilitare il popolo deve essere fondamentalmente di ordine morale».
E VENIAMO A COME GUEVARA CONSIDERA L’URSS QUELLA CHE DOVREBBE ESSERE LA PATRIA, LA MADRE DEL SOCIALISMO
• Per prima cosa egli nota che:
<
• Nel suo discorso al Secondo Seminario Economico Afroasiatico, svoltosi ad Algeri nel Febbraio 1965j, contrto l’URSS, che reagirà piccata, ci va giu pesante:
<
• Di fronte a un'affermazione trionfalista sulla Banca di Stato dell'Urss che sarebbe “la banca più potente del mondo”, Guevara, insinuandone la natura finaziaria capitalista, scrive maliziosamente:
«Possiede anche filiali a Londra e a Parigi (un poco mimetizzate). Ci si può chiedere se tutto ciò non influirà sui metodi e le concezioni della direzione sovietica, così come gli istituti creditizi di proprietà del partito argentino influiscono sulla sua linea di intervento politico».
• Nel 1964 Guevara passerà anche in Italia e un pomeriggio il Che, sarà ospite in una casa romana del poeta spagnolo Rafael Alberti. Qui egli definì l’URSS “retroguardia della rivoluzione”. Spiegò:
<<«I rasoi sovietici non hanno bisogno della schiuma per fare la barba, sono sufficienti le lacrime che si versano quando si usano. I macchinari che ci hanno mandato per la zafra ci hanno fatto perdere quasi un intero raccolto».
E con questo tutto il mito della economia sovietica verrà ridimensionato non solo sul piano concettuale, ma anche su quello pratico.
POTREMMO CONTINUARE CON ALTRI ANEDDOTI, MA CREDIAMO SIANO BASTANTI QUESTI.
QUINDI GUEVARA COMUNISTA?
NOI POSSIAMO SOLO DIRE:
CE NE FOSSERO CENTO DI ERNESTO CHE GUEVARA.
Nessun commento:
Posta un commento