giovedì 25 settembre 2014
"OLTRE" LA PROPRIETA' PRIVATA... AFFERMARE IL PRIMATO DELLA PROPRIETA' PUBBLICA... SOCIALE... ETICA... SOLIDALE...
Il superamento del concetto di proprietà privata come idea fondante dello Stato Nazionale.
La proprietà non è un diritto, bensì un dovere… non è un bene egoistico, ma un bene che bisogna impiegare e sviluppare a vantaggio degli altri.
Il principio di totalità sociale che stava alla base dello Stato Nazionale da Noi propugnato implica un feroce ridimensionamento del diritto alla proprietà privata che ha secondo la Nostra visione sociale, solidale, giuridica e politico-economica le sue basi nel vincolo assorbente ed assoluto della funzione sociale della proprietà, per cui il proprietario non può limitarsi a godere del bene che possiede, ma deve obbligatoriamente utilizzarlo per sviluppare la ricchezza e le possibilità di lavoro della Nazione.
Questa è per Noi la funzione sociale e solidale che deve necessariamente avere la proprietà.
Il concetto è di natura cristiana e cattolica.
Già Tommaso d’Aquino aveva individuato nella proprietà una natura personale per quanto riguarda l’acquisto, e una natura comune per quanto riguarda l’uso.
Alla fine del XIX secolo, Leone XIII considerò la proprietà privata come un diritto di natura scrivendo nella Rerum Novarum… «l’uomo non deve avere i beni esterni come propri, bensì come comuni, in modo che facilmente li comunichi nelle altrui necessità».
Nel secolo passato Ugo Spirito, allievo di Giovanni Gentile, formulò la tesi della «corporazione proprietaria» alla quale non può non richiamarsi un Movimento Identitario e nazionale come il Nostro, tesi basata sul superamento di una economia individualista, in quanto tale antietica per la Nazione, peraltro di derivazione illuministica, che oggi più che mai deve essere rivalutata al fine di trasformare il diritto di proprietà in senso esclusivamente pubblicistico, attesa la necessaria affermazione cui tendiamo del superiore valore etico della Nazione organica di popolo.
La proprietà privata, frutto del lavoro e del risparmio individuale, integrazione della personalità umana, sarà certamente garantita dallo Stato Nazionale a condizione che essa non diventi disintegratrice della personalità fisica e morale di altri uomini, attraverso lo sfruttamento del loro lavoro, dovendosi necessariamente garantire a tutti… a tutto il popolo… a tutte le famiglie… l’accesso al diritto alla casa.
In quest’ottica la funzione pubblica della società sottratta alla funzione egoistica ed individualistica della stessa sarà accompagnata dalla “nazionalizzazione” delle imprese, nel più ampio progetto di ristrutturazione economica dello Stato, che permetterà il superamento delle criminogene ideologie liberali e marxiste, partorite entrambe dall’illuminismo, le quali si incontrarono in un fraterno abbraccio, per dar luogo a quella farsa che si chiama «democrazia».
Noi intendiamo andare ancora oltre Il superamento del concetto di proprietà pubblica attraverso il totale superamento del privato rendendo la proprietà pubblica nazionale proprietà solidale e sociale.
Nel terzo millennio è questo il punto di arrivo dell’elaborazione del concetto cristiano-sociale di d’Aquino e di Leone XIII, nonché di quello filosofico-economico di Spirito.
Questo concetto nuovo ed autenticamente rivoluzionario di proprietà pubblica in quanto etica, di proprietà sociale in quanto solidale, si realizzerà attraverso la espropriazione di ogni rendita immobiliare parassitaria ed i meccanismo di redistribuzione della ricchezza al popolo, attraverso la espropriazione delle rendite usuraie e l’accesso alla proprietà di tutti i nuclei famigliari in quanto faenti parti della comunità organica di popolo rafforzato dal vincolo della stirpe.
Non può revocarsi in dubbio che nell’epoca della modernità le lobby egemone dell’usura finanziaria hanno convinto gli imbelli italioti illudendoli di possedere ciò che di fatto ad essi di fatto non appartiene se non formalmente.
Non c’è italiano onesto che non sia gravato da mutui ipotecari cui è stato costretto per l’acquisto della propria casa di guisa che la sua proprietà è unicamente una proprietà formale e non sostanziale… sostanzialità del possesso contraddetta dallo strumento della repressione fiscale che di fatto si pone come limitazione giuridica della proprietà privata.
Il superamento del concetto di proprietà privata, oggi, si rende assolutamnte necessario in quanto il concetto di proprietà privata di per sè non possiede più alcun senso né giuridico, né fattuale…
Solo una autentica proprietà pubblica, sociale, solidale permetterà un possesso scevro da condizionamenti usurai finanziari, bancari e di tassazione.
Pertanto, nella Nostra visione, il proprietario non deve e non può essere valutato o considerato un soggetto di diritto, ma, unicamente, come un membro della Comunità di Popolo Nazionale la quale è di fatto detentrice del titolo di proprietà pubblica.
In questa nuova visione… «Il diritto di proprietà non determina più le direttive dell’economia; ma sono queste a determinare l’ampiezza e la specie del diritto di proprietà».
Nello Stato Nazionale nulla più è privato ma lavoratori e datori di lavoro faranno parte di un’unica organizzazione nella quale formeranno una comunione di popolo-nazione-stirpe volta al superamento della lotta di classe attraverso il preliminare abbattimento di ogni proprietà privata che è antietica in quanto basata sul concetto inumano, anticristiano ed antisociale di egoismo individualistico.
L’attacco dello nuovo Stato Nazionale alla proprietà privata è necessario e propedeutico all’attacco diretto alla proprietà creditizia, che non è frutto del lavoro, bensì dell’usura.
Solo in questo modo si potrà liberare il popolo dalla schiavitù dell’interesse in cui lo ha gettato l’alta finanza ebraica che governa l’Europa e le Nazioni.
Si vede anche in questo caso quanto lontane sono le nuove concezioni della proprietà pubblica prevalente su quella privata e di proprietà sociale e solidale da quell’ideale marxista fondato sull’invidia, che in teoria dovrebbe dare a tutti in uguale quantità, ma che in realtà non dà niente a nessuno, perché soffoca il valore della personalità a pregiudizio di tutti.
Andrà al fine recuperato nello Stato Nazionale il bene agricolo ereditario per i lavoratori della Terra, bene indivisibile, inalienabile e impignorabile, volto al mantenimento della comunità di Terra e Sangue che dovrà nuovamente radicarsi sul Territorio Nazionale.
Sarà questo un fondamentale strumento giuridico per riaffermare l’idea organica di totalità sociale.
Aggiunto da SOCIALE che ne consiglia la visione.
https://www.youtube.com/watch?v=NJUS9Gck_8c&feature=share
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