Nato a Smirne (Turchia) il 18 Aprile 1933, non ancora a
adolescente falsificò i documenti per partecipare all'epopea della Repubblica
Sociale Italiana; milita a lungo nel MSI senza ricoprirne mai, tuttavia,
cariche ufficiali, uscendo definitivamente, al tempo della guerra del Golfo,
per intraprendere l'avventura di direttore della rivista antagonista
"TabulaRasa", già "Eco della Versilia".
Quest'ultima
testata era stata fondata, infatti, negli anni '80 da Bebbe Niccolai,
l'indimenticabile leader della sinistra interna del Movimento Sociale Italiano,
di cui Antonio Carli è stato, senza dubbio, erede sia nel campo politico che in
quello editoriale.
Entrambi toscani; hanno attinto da questa straordinaria
terra non solo il sottile umorismo e la sincera schiettezza, ma anche le linee
essenziali di quel fascismorosso, rivoluzionario, a tratti anarchico, che ha
caratterizzato con incredibile coerenza tutta la loro militate politica,
facendone due delle intelligenze più vive e originali nel generale clima di
subalternità e servilismo che ha caratterizzato oltre cinquant'anni di
repubblica democratica.
Un eretico autentico, dunque, lungo quella linea di pensiero che partendo dalle prime forme di socialismo nazionale di un Pisacane e di un Garibaldi, passando attraverso il sindacalismo rivoluzionario e nazionale di Sorel e Corridori, si afferma dapprima nel fascismo sansepolcrista, di tendenze marcatamente repubblicane ed anticlericali, quindi trova il suo definitivo compimento nel crepuscolo eroico e rivoluzionario della Repubblica Sociale Italiana, segnato dal sacrificio di personaggi del calibro di un Nicola Bambocci, tra i fondatori del partito comunista d'Italia e pronto a morire accanto al duce del fascismo al grida di «Viva il socialismo!».
Un eretico autentico, dunque, lungo quella linea di pensiero che partendo dalle prime forme di socialismo nazionale di un Pisacane e di un Garibaldi, passando attraverso il sindacalismo rivoluzionario e nazionale di Sorel e Corridori, si afferma dapprima nel fascismo sansepolcrista, di tendenze marcatamente repubblicane ed anticlericali, quindi trova il suo definitivo compimento nel crepuscolo eroico e rivoluzionario della Repubblica Sociale Italiana, segnato dal sacrificio di personaggi del calibro di un Nicola Bambocci, tra i fondatori del partito comunista d'Italia e pronto a morire accanto al duce del fascismo al grida di «Viva il socialismo!».
Carli apparteneva insomma a questa schiera di romantici sognatori che, pur
avendo rappresentato sempre posizioni di minoranza, avevano capito più e prima
degli altri che solo dall'incontro delle esigenze di giustizia sociale con i
valori spirituali propri di ogni stirpe e di ogni tradizione, sarebbero potute
venire le risposte a quella crisi di civiltà che attanaglia, senza capacità di
reazione, il nostro mondo.
Da articoli di Stelvio Dal Piaz
Da articoli di Stelvio Dal Piaz
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