Ripropongo quanto scrissi tre anni fa; perché così sento di fare. UN ATTO DI GIUSTIZIA!
DI COSA AVETE
PAURA?
“Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che
cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre” (Isaia)
di Filippo Giannini
Ma la Costituzione
della Repubblica italiana, non sancisce libertà di espressione per tutti?
E “Noi” non facciamo parte dei “tutti”?
La Corte Europea dei Diritti Umani, con sentenza N° 1543/6
del 3/5/2007 non sancisce per tutti i cittadini gli stessi diritti?
E “Noi” non facciamo parte dei “tutti”? Se così fosse
ditecelo: inizieremo non pagando più le tasse!
Vivo a Cerveteri,
sarebbe una gran bella cittadina se fosse curata, almeno un minimo. Le strade
sono piene di buche e profonde (circa cento per metro quadrato) e la pulizia
ambientale lascia molto a desiderare.
Pochi giorni fa, in
occasione dell’anniversario della morte del Duce apparvero su alcuni muri di
Cerveteri una dozzina di manifesti raffiguranti Benito Mussolini nell’atto di
alzare la mano nel saluto un tempo in voga. I manifesti hanno avuto vita molto
breve: in pochi minuti il solerte Sindaco di Cerveteri (o chi per lui) ha
sguinzagliato i suoi attacchini e fatto coprire quell’indecenza. Allora ho
pensato: se il Sindaco è stato tanto attivo per questa operazione, perché non
lo è, e non pretendo la stessa solerzia, per rimettere in sesto il manto
stradale, al momento molto pericoloso per pedoni, motorini e auto? Capisco che
fra i due argomenti c’è di mezzo il comune senso del pudore, infatti da una
parte c’è l’immagine del male assoluto e dall’altro delle innocenti buche.
Anche se intuisco i
motivi, una domanda è d’obbligo: perché un confronto vi intimorisce? Perché vi
subentra il panico alla vista di un uomo assassinato sessantacinque anni fa?
E veniamo al fatto.
E mi rivolgo al Sindaco e al vice-Sindaco di Locorotondo, in provincia di Bari,
dove per il 1° maggio era previsto un incontro a carattere prettamente storico.
Egregi signori, Sindaco e vice-Sindaco, pochi giorni fa ricevetti un invito per
partecipare, nella Vostra cittadina, ad un convegno-dibattito pubblico che
aveva per tema: “Socializzazione delle aziende; Signoraggio bancario; Stato
corporativo”. Questo incontro era organizzato dal Circolo Politico-Culturale
“Benito Mussolini”; e in questo mondo di corrotti, mafiosi, ladri ecc. ecc.
quel nome mette paura. Ma di cosa avete paura? Per capire, rinnovo quanto da
anni vado proponendo: un processo a Benito Mussolini, un processo che mai c’è
stato e che potrebbe richiamare l’interesse, non solo italiano, sul vostro
Comune.
Per spiegarmi
meglio riporto quanto scrissi al Sindaco di Predappio, signor Giorgio
Frassinetti: Signor Sindaco, il lettore
più attento e paziente comprenderà il motivo di questa mia nuova iniziativa,
per gli altri riassumerò i motivi. Alcune settimane fa inviai al periodico “Il
Popolo d’Italia” un articolo dal titolo “Il nostro Cinquecento Diece e Cinque”,
con il quale chiedevo al Signor Frassineti, che si era lamentato per alcune
manifestazioni un po’ troppo folcroristiche dei nostalgici del Duce, di
promuovere un processo a Benito Mussolini. Dato che nell’articolo avevo
riportato le testimonianze e i giudizi, su quell’uomo, di Silvio Bertoldi e di
Francesco Malgari, giudizi decisamente negativi e, dall’altra parte i pareri
della Signora Maria Vezzi, di Pio XII e di Paul Gentizon (il più noto
giornalista e storico svizzero), tutti giudizi più che positivi, di conseguenza
avevo scritto: “Allora, chi era Mussolini? Quello che lascia intravedere il
Sindaco di Predappio, oppure quello invocato dalla Signora Maria Vezzi? Quello
dipinto da Guido Gerosa e da Francesco Malgari, o quello commemorato da Paul
Gentizon e da Pio XII, o da mille e mille altri intellettuali, politici del
tempo? C’è un solo modo per stabilirlo (e mi rivolgo, ora, ai Sindaci di
Locorotondo): un processo! Sì, un processo; si faccia ora quel processo che non
è stato mai fatto. Basta con le chiacchiere, basta con le ridicole “sentenze
senza appello””. E continuavo e consigliavo: “Sia il Sindaco di Predappio, il
Signor Giorgio Frassineti (ora lo stesso invito vale per i Sindaci di
Locorotondo) ad organizzare il processo nella piazza principale del paese dove
nacque Benito Mussolini. Si appresti un Collegio d’accusa e un Collegio di
difesa e si nomini un giudice. I due Collegi dovranno disporre di tecnici
(storici) che illustrino i cinquant’anni di storia italiana. Gli italiani – e
non solo gli italiani, come abbiamo potuto constatare nei nostri contatti –
saranno gli spettatori”. “E allora?” qualche lettore mi potrebbe chiedere: “C’è
stata una qualsiasi risposta?”. No! Nulla di nulla. Ma la cosa non mi
meraviglia più di tanto, perché questa iniziativa fu dal sottoscritto già
proposta anni fa. Nel 2005 feci pubblicare un articolo, dal titolo “Una Sfida”,
nel quale iniziavo con queste parole: . E ancora una volta
osservavo a simile idiozia: “Dato che la storia non processa nessuno e che tanto meno può emettere
sentenze, condanne, e dato che alcuni milioni di italiani ancora oggi (è un
vero miracolo) non condividono l’asserto di Cossutta e compagni, allora, a nome
di quanti vogliono sapere se Mussolini era un bieco tiranno o un uomo giusto,
lancio la Sfida: “Anche se a distanza di sessant’anni dall’”epopea di Piazzale
Loreto”, si faccia questo processo: così, una volta per tutte, si potrà
stabilire “Chi era Mussolini” e quali e quanti “danni” furono procurati dal
fascismo”>. scrivevo fra l’altro:
E allora, Signor
Sindaco di Predappio e Signori Sindaci di Locorotondo e accusatori, chiedo un
atto di onestà. Qualora fosse necessario, siamo “Noi” a suggerire gli atti
d’accusa:
1) le violenze perpetrate dagli squadristi nell’immediato
primo dopoguerra;
2) delitti commessi a danno di antifascisti, su mandato di
Mussolini;
3) instaurazione della dittatura;
4) guerra di aggressione all’Etiopia;
5) interferenza militare nella guerra civile spagnola;
6) leggi razziali;
7) alleanza con il nazionalsocialismo;
8) dichiarazione di guerra alle democrazie;
9) costituzione della Repubblica di Salò (così la chiamate,
sbagliando, vero?);
10) causa, conseguenze e drammi della guerra civile.
Come vedete,
Signori Sindaci, ce n’è a volontà per condannare, in partenza, l’imputato.
Inoltre l’accusa può avere l’assistenza, non davvero da scartare, dei vari
Augias con la sua trasmissione Enigma e La storia siamo noi (trasmissione
veramente comica se non riguardasse avvenimenti di alta drammaticità), e
tutta Rai/3. E concludo, in merito a
quest’ultimo richiamo, che i vari Augias e storici che si cimentano sul piccolo
schermo a raccontare favole, che di storico hanno meno di nulla, ebbene, questi
personaggi sono lautamente pagati anche con il contributo del sottoscritto. Ed
è, quindi, il sottoscritto che chiede giustizia anche per se stesso.
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